Notizie in Pillole dal 04 novembre al 10 novembre 2022 (fonte: Agra press)
LOLLOBRIGIDA HA INCONTRATO (SEPARATAMENTE)
ORGANIZZAZIONI POFESSIONALI AGRICOLE
11212 – Roma (agra press) – oggi pomeriggio il ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare e forestale ha ricevuto, separatamente, coldiretti, confagricoltura, cia e copagri. domani invece il ministro incontrerà gli alti dirigenti del ministero.
COPAGRI CONSEGNA AL MINISTRO LOLLOBRIGIDA DIECI
PROPOSTE PER IL FUTURO DELL’AGRICOLTURA
11222 – Roma (agra press) – “non è più rinviabile la messa in campo di un serio e strutturato piano di programmazione su base pluriennale, che vada a rimettere l’agricoltura al centro dell’agenda di governo e che restituisca stabilità e prospettive a un comparto in forte sofferenza, stretto nella morsa tra gli incrementi record dei costi di produzione e delle tariffe energetiche”. lo ha sottolineato il presidente della copagri franco VERRASCINA, che è stato ricevuto oggi al masaf dal ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare e forestale francesco LOLLOBRIGIDA e dai sottosegretari alle politiche agricole patrizio LA PIETRA (fdi) e luigi D’ERAMO (lega). “in gioco c’è la sovranità alimentare del paese, che richiede una seria pianificazione, la quale necessariamente deve passare da scelte precise e ponderate con le quali andare a individuare cosa è prioritario produrre; scelte che vadano a prediligere tutte quelle coltivazioni essenziali per le eccellenze agroalimentari che fanno grande il nostro made in italy nel mondo”, ha aggiunto il presidente, accompagnato dal vicepresidente Tommaso BATTISTA e dal direttore generale Maria Cristina SOLFIZI. “il fine ultimo deve essere quello di ridare ossigeno ai produttori agricoli, in debito da tempo, lavorando contestualmente per rafforzare la competitività delle nostre aziende e agendo quindi sui tanti ostacoli atavici che da anni ne frenano lo sviluppo, primo fra tutti il gap infrastrutturale che ci separa dal resto dei competitor comunitari e che addirittura divide il paese a metà”, ha concluso VERRASCINA, che ha consegnato al ministro le dieci proposte della copagri per il futuro dell’agricoltura, con una serie di interventi per incrementare la produttività e rafforzare le potenzialità dell’agroalimentare quale volano di crescita per il paese.
GIANSANTI (CONFAGRICOLTURA) A LOLLOBRIGIDA, NECESSARIO
PIANO PER RAFFORZARE AGRICOLTURA ITALIANA
11246 – Roma (agra press) – un comunicato stampa di confagricoltura rende noto che: “‘la grave crisi energetica tuttora in atto è un’emergenza che attanaglia costantemente il settore primario, piegato da rincari senza precedenti dei costi di produzione e delle materie prime. occorre tornare a pianificare e ripensare il modello agricolo alla luce di quanto sta succedendo’. lo ha detto il presidente di confagricoltura, Massimiliano GIANSANTI, al ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e forestale, francesco LOLLOBRIGIDA . ‘e’ necessario un piano strategico per rafforzare l’agricoltura italiana, favorendo un’ampia collaborazione tra tutti gli attori per fare capire l’enorme valore del nostro settore e valorizzare ancora di più le nostre produzioni. dobbiamo aumentare la produttività e la competitività dell’agricoltura italiana’. al ministro confagricoltura ha suggerito una serie di interventi urgenti volti a contrastare l’aumento dei prezzi energetici: misure che accompagnino le imprese agricole in questa fase di difficoltà e che possano essere da volano per una nuova visione del settore e del suo contributo alla tenuta del sistema economico, ambientale e sociale. ‘la mancata definizione di un approccio comune a livello europeo per fronteggiare la crisi energetica in essere – ha aggiunto GIANSANTI -, e l’agenda legislativa sul piano interno, impongono carattere di urgenza agli interventi che il governo nazionale dovrà attuare in tempi molto rapidi’. attenzione alta anche sulla pac, sebbene siamo in una fase di definizione avanzata del piano strategico nazionale: ‘ci sono alcuni adattamenti – ha concluso il presidente di confagricoltura – che potranno essere negoziati nel dialogo con la commissione europea per non penalizzare le aziende agricole attive sul mercato.”.
GIOVANNI GIOIA ELETTO PRESIDENTE
DEI GIOVANI DI CONFAGRICOLTURA
11267 – Roma (agra press) – un comunicato stampa di confagricoltura rende noto che: “è Giovanni GIOIA il nuovo presidente dei giovani di confagricoltura, succede a francesco MASTRANDREA. ‘ringrazio per questa grande responsabilità. sono orgoglioso di avere raggiunto un traguardo con la vostra collaborazione, ma allo stesso tempo sono conscio – ha affermato il neopresidente dell’anga – che si tratta solo di un punto di partenza e di un impegno per la crescita della nostra associazione, in una fase storica così delicata. un grazie a claudia GUIDI per il nostro confronto leale, che ha portato vivacità ed energia. cominciamo oggi, con grande senso del dovere, insieme al nuovo comitato, un’esperienza umana e sindacale all’interno di confagricoltura’. palermitano, 30 anni, GIOIA rappresenta la quarta generazione di una famiglia attiva nell’imprenditoria agricola nell’entroterra siciliano, da sempre vocato alla cerealicoltura. è la coltivazione di grano duro da seme certificato il core business della sua impresa, l’agricola kibbo’, nel territorio di Petralia sottana (pa). oggi l’azienda produce, oltre a grano duro certificato, foraggi di qualità, leguminose da granella, olio extravergine d’oliva, canapa, lino e miele. ‘abbiamo la consapevolezza di immaginare e dover costruire il futuro dell’agricoltura dei prossimi decenni – ha continuato il presidente dei giovani di confagricoltura – consci della difficile congiuntura economica che stiamo attraversando e del contesto europeo, che spesso stride con la visione di confagricoltura. l’anga conta su eccellenti profili che, messi a sistema, porteranno un prezioso contributo alla crescita della nostra organizzazione’. Giovanni GIOIA è affiancata dai vicepresidenti Domenico PARISI 31 anni, salernitano, produttore di kiwi, grano duro, olio e mais da trinciato; Giorgio GRANI, 31 anni, di Viterbo, che coltiva seminativi, lavandeti biologici e conduce un agriturismo ed un centro equestre federale coni; luigi SAVIOLO, 30 anni, di Vercelli, imprenditore nell’azienda risicola di famiglia. fanno parte del nuovo comitato di presidenza anche angelo VARVAGLIONE, 31 anni, di Taranto, produttore di uva da vino; Emma COGROSSI, della provincia di Milano-lodi, 29 anni, allevatrice di vacche da latte per la produzione di grana padano e di bioenergie; Caterina LUPPA 28 anni, di torgiano (pg), produttrice di bioenergie e co-fondatrice e ceo della startup bugslife srl. il presidente di confagricoltura Massimiliano GIANSANTI è intervenuto all’assemblea dell’anga insieme al direttore generale Annamaria BARRILE per portare gli auguri ai nuovi eletti. ‘e’ stata una bella sfida, figlia della voglia di confrontarsi sull’agricoltura. l’anga non è una scuola – ha detto – ricordate che siete già oggi dirigenti della nostra confederazione, che possono realizzare insieme a noi le condizioni per il futuro del settore. occorre governare il cambiamento, anticipandolo. i progetti da mettere in campo sono tanti, mi aspetto il vostro contributo di idee per le imprese e per il mercato”.
INDICAZIONI GEOGRAFICHE: DE CASTRO, RAFFORZIAMO
UN SISTEMA SENZA EGUALI NEL MONDO
11268 – Bruxelles (agra press) – “non si tratta di una rivoluzione, ma dell’evoluzione di un sistema senza eguali nel mondo, che già funziona generando valore senza bisogno di investire alcun fondo pubblico”, osserva il relatore paolo DE CASTRO (s&d) che ha presentato oggi, in commissione agricoltura del parlamento europeo, la bozza di relazione sulla proposta della commissione che modifica gli attuali regolamenti sulle dop e le igp nei settori agroalimentare, vitivinicolo e delle bevande spiritose. si apre ora la fase degli emendamenti che gli eurodeputati possono presentare entro il 22 novembre con l’obiettivo di concludere l’iter parlamentare entro la prossima primavera, avviando immediatamente i lavori dopo le negoziazioni con il consiglio, precisa DE CASTRO che ha presentato 122 emendamenti alla proposta della commissione. le proposte di modifica – spiega – “si incardinano su quattro pilastri: rafforzamento del ruolo dei consorzi; maggiore protezione dei prodotti dop e igp; semplificazione delle procedure; ruolo dell’ufficio europeo dei brevetti, la sostenibilità’. “vogliamo eliminare tutte quelle falle del sistema – sottolinea DE CASTRO – che consentono di sfruttare indebitamente la reputazione delle indicazioni geografiche, tramite norme tecniche nazionali, come nel caso dell’aceto balsamico sloveno o cipriota, o addirittura tramite strumenti unionali, quali le menzioni tradizionali, come nel caso del prosek croato”. “oltre alla sostenibilità – prosegue il relatore – vogliamo migliorare la trasparenza verso il consumatore, con l’obbligo di indicare sull’etichetta di qualsiasi prodotto a indicazione geografica il nome del produttore e, nel caso dei prodotti igp trasformati, l’origine della materia prima”. “i nostri produttori devono affrontare attese di anni per ogni singola modifica del disciplinare e per questo noi proponiamo di ridurre a 5 mesi, estendibili al massimo di altri 3, il tempo per lo scrutinio della registrazione e delle modifiche dei disciplinari da parte della commissione”, spiega DE CASTRO. “per la prima volta questo regolamento ci offre la possibilità di creare un testo unico per le produzioni di qualità; pur salvaguardando le specificità di ogni settore, mi auguro che nelle prossime settimane tutti possano concorrere al miglioramento del testo, affinché’ questo lavoro non si riveli un’opportunità per alcuni e un’opportunità persa per altri”, conclude DE CASTRO.
PROPOSTA DI STRATEGIA PLURIENNALE
11199 – Torino (agra press) – “c’è bisogno di tornare a pianificare, per ripensare il modello agricolo. oggi presenterò al ministro francesco LOLLOBRIGIDA la nostra proposta di una strategia pluriennale che aumenti la produttività e la competitività dell’agricoltura italiana”, ha dichiarato all’ansa il presidente nazionale di confagricoltura, Massimiliano GIANSANTI, intervenendo in collegamento alla presentazione dell’annata agraria piemontese, a Torino. “c’è necessità di un piano strategico per rafforzare la grande agricoltura italiana, di una collaborazione ampia che finora non c’è stata per fare capire quale è l’enorme valore della nostra agricoltura. aumentando la produttività si può far crescere il pil italiano di 125 miliardi di euro'”, ha aggiunto. GIANSANTI ha parlato anche della necessità di interventi nella politica comune europea: “a pac sta diventando una sorta di reddito di cittadinanza agricola e questo non va bene. inoltre, a Bruxelles ci sono proposte sbagliate, come quella relativa alla riduzione dei fitofarmaci e, nel campo delle emissioni inquinanti, l’equiparare l’agricoltura ad altri comparti”.
URSO (MIMT), CON NUOVO DECRETO SPECIFICHE FUNZIONI
RAFFORZANO MISSIONE DEL MINISTERO
11169 – Roma (agra press) – un comunicato stampa del ministero delle imprese e del made in italy rende noto che: “è stato approvato dal Consiglio dei ministri il decreto-legge che attribuisce al ministero delle imprese e made in italy (mimt) specifiche funzioni volte a rafforzare il ruolo del dicastero a favore delle imprese e del made in italy. ‘con il decreto adottato……si realizza un sistema Italia che aiuta in maniera organica e compiuta le imprese nella in Italia e nel mondo, concretizzando la mission del nuovo dicastero. quelli che sembravano slogan, sono già azioni concrete che vedono la collaborazione sinergica di tutti i ministeri di questo governo, dichiara il ministro Adolfo URSO (fdi) dopo le decisioni del Consiglio dei ministri per le imprese e per il made in italy. ‘condividendo con il ministero degli affari esteri il comitato interministeriale per il made in italy nel mondo (‘cimim’) per la promozione, valorizzazione e tutela del made in italy – continua URSO – prevediamo misure compensative per le imprese che sono state maggiormente colpite dalle sanzioni. e con il ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica condividiamo altresì la politica energetica per le imprese. infine, grazie all’istituzione del difensore civico delle imprese decliniamo in modo tangibile la mission principale del ministero ‘non disturbare chi vuole fare’. nel dettaglio, il decreto prevede: una nuova denominazione del dicastero: da ministero dello sviluppo economico a ministero delle imprese e del made in italy (mimit). l’istituzione del comitato interministeriale per il made in italy nel mondo co-presieduto dai ministri degli affari esteri e delle imprese e del made in italy, con il compito di indirizzare e coordinare le strategie finalizzate a promuovere, valorizzare e tutelare il made in italy in Italia e nel mondo. tra i diversi compiti del cimim è di particolare importanza la possibilità che il comitato individui meccanismi di salvaguardia e di incentivazione di settori produttivi nazionali, particolarmente colpiti dall’imposizione di nuovi dazi, alla previsione di regimi sanzionatori o alla presenza di ostacoli tariffari e non tariffari sui mercati internazionali. la modifica delle norme relative ad ice, Simest e sace, stabilendo un maggiore coinvolgimento del mimit per la parte di competenza sulle linee di indirizzo strategico da dare al sistema pubblico per l’internazionalizzazione. una delle novità è la copresidenza del comitato interministeriale per la transizione ecologica (cite). le riunioni per elaborare le strategie energetiche per le materie legate alla politica industriale saranno presiedute dal mimit. una modifica sostanziale della norma contenuta nel decreto aiuti ampliando il potere sostitutivo del mimit in caso di inerzia delle amministrazioni centrali nei procedimenti relativi a investimenti rilevanti per il sistema produttivo nazionale (si fa riferimento agli investimenti di almeno 25 milioni di euro aventi ricadute occupazionali significative) e prevedendo un’apposita struttura di supporto e tutela dei diritti delle imprese con specifici compiti volta a raccogliere e a dare seguito alle segnalazioni dei ritardi e dell’inerzia della pa centrale da parte delle imprese”.
INFLAZIONE ALIMENTARE: UNIONCAMERE-BMTI, IN BIMESTRE
OTTOBRE-NOVEMBRE CRESCITA ANNUA DEL +16,6%
11189 – Roma (agra press) – un comunicato stampa congiunto di Unioncamere e bmti rende noto che: “l’indagine condotta da Unioncamere con la collaborazione di bmti e ref ricerche prospetta una crescita dei prezzi pagati dalle centrali di acquisto della gdo all’industria alimentare del +2,2% nel bimestre ottobre-novembre, portando così i prezzi su di un livello atteso pari al +16,6%, rispetto allo stesso bimestre del 2021. a settembre si è rilevato un aumento del +1,2% per la media dei 46 prodotti alimentari maggiormente consumati, con rincari evidenti per il tonno all’olio di oliva (+6,1%), la carne in scatola (+5,1%), la birra nazionale (+4,8%) e i biscotti (+4,0%). su base annua l’incremento è del +15,3%, con i rialzi maggiori per la farina di grano tenero (+37,0%), il tonno all’olio di oliva(+31,9%), la pasta di semola (+29,1%). marcata anche la crescita negli oli e grassi per burro(+22,7%) e olio extravergine di oliva (+19,8%). le indicazioni fornite dalle centrali di acquisto della gdo prospettano significativi aumenti anche per il bimestre ottobre-novembre. nello specifico, ci si attende un aumento per l’olio extravergine di oliva (+8,2%), su cui pesano anche le attese di una netta contrazione produttiva, tonno all’olio di oliva (+7,6%), birra nazionale (+7,3%) e carne in scatola, cresciuta del +6,7%. in calo solo l’olio di semi vari (-1,7%), complice il rientro, negli ultimi mesi, dai picchi raggiunti dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino. su base annua, l’inflazione attesa per il bimestre e’ pari al +16,6%, con i rincari maggiori previsti per olio di oliva (+43,6%), tonno all’olio di oliva (+37,9%), pasta di semola (+34,2%), farina di grano tenero (+33,8%) e olio extravergine di oliva (+29,0%).significativi anche gli aumenti annui attesi per i formaggi freschi (+19,8% per la mozzarella di latte vaccino, +21,2% per lo stracchino) e i formaggi molli (+16,3% per il gorgonzola, +17,4% per il provolone), sulla scia dei rialzi del costo del latte e dell’energia. le anticipazioni raccolte sui prezzi pagati dalle centrali d’acquisto della gdo all’industria alimentare suggeriscono che l’inflazione alimentare al consumo, a causa dei rincari delle materie prime energetiche, rimarrà sostenuta su valori superiori al 10% sino alla fine del 2022. per la media dell’anno 2022 la previsione è ora all’8,4%. nei dati preliminari di istat per il mese di ottobre, l’inflazione alimentare al consumo, rispetto allo scorso anno, ha già raggiunto il +13,1%, in accelerazione dal +11,4% di settembre”. l’indagine è disponibile al link https://bit.ly/3DITGWr.
INFLAZIONE ALIMENTARE: UNIONCAMERE-BMTI, IN BIMESTRE
OTTOBRE-NOVEMBRE CRESCITA ANNUA DEL +16,6%
11189 – Roma (agra press) – un comunicato stampa congiunto di Unioncamere e bmti rende noto che: “l’indagine condotta da Unioncamere con la collaborazione di bmti e ref ricerche prospetta una crescita dei prezzi pagati dalle centrali di acquisto della gdo all’industria alimentare del +2,2% nel bimestre ottobre-novembre, portando così i prezzi su di un livello atteso pari al +16,6%, rispetto allo stesso bimestre del 2021. a settembre si è rilevato un aumento del +1,2% per la media dei 46 prodotti alimentari maggiormente consumati, con rincari evidenti per il tonno all’olio di oliva (+6,1%), la carne in scatola (+5,1%), la birra nazionale (+4,8%) e i biscotti (+4,0%). su base annua l’incremento è del +15,3%, con i rialzi maggiori per la farina di grano tenero (+37,0%), il tonno all’olio di oliva(+31,9%), la pasta di semola (+29,1%). marcata anche la crescita negli oli e grassi per burro(+22,7%) e olio extravergine di oliva (+19,8%). le indicazioni fornite dalle centrali di acquisto della gdo prospettano significativi aumenti anche per il bimestre ottobre-novembre. nello specifico, ci si attende un aumento per l’olio extravergine di oliva (+8,2%), su cui pesano anche le attese di una netta contrazione produttiva, tonno all’olio di oliva (+7,6%), birra nazionale (+7,3%) e carne in scatola, cresciuta del +6,7%. in calo solo l’olio di semi vari (-1,7%), complice il rientro, negli ultimi mesi, dai picchi raggiunti dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino. su base annua, l’inflazione attesa per il bimestre è pari al +16,6%, con i rincari maggiori previsti per olio di oliva (+43,6%), tonno all’olio di oliva (+37,9%), pasta di semola (+34,2%), farina di grano tenero (+33,8%) e olio extravergine di oliva (+29,0%).significativi anche gli aumenti annui attesi per i formaggi freschi (+19,8% per la mozzarella di latte vaccino, +21,2% per lo stracchino) e i formaggi molli (+16,3% per il gorgonzola, +17,4% per il provolone), sulla scia dei rialzi del costo del latte e dell’energia. le anticipazioni raccolte sui prezzi pagati dalle centrali d’acquisto della gdo all’industria alimentare suggeriscono che l’inflazione alimentare al consumo, a causa dei rincari delle materie prime energetiche, rimarrà sostenuta su valori superiori al 10% sino alla fine del 2022. per la media dell’anno 2022 la previsione è ora all’8,4%. nei dati preliminari di istat per il mese di ottobre, l’inflazione alimentare al consumo, rispetto allo scorso anno, ha già raggiunto il +13,1%, in accelerazione dal +11,4% di settembre.
GIORNATA RINGRAZIAMENTO: ROTA (FAI-CISL), UN PATTO
DELLA LEGALITA’ CONTRO AGROMAFIE E CAPORALI
11179 – Roma (agra press) – un comunicato stampa della fai-cisl rende noto che: “‘esattamente sei anni fa entrava in vigore la legge 199 contro il caporalato, fortemente voluta dal sindacato, che ci ha aiutati anche a comprendere meglio come la criminalità abbia messo gli occhi sul comparto agroalimentare; oggi i progressi fatti sono tanti, ma contrasto e prevenzione della criminalità non sono facilitate dalla fase storica che stiamo vivendo, con una pandemia che ha indebolito le relazioni sociali, la crisi climatica e i rincari che mettono a dura prova le produzioni e la continuità lavorativa, e una guerra nel cuore d’Europa che sta riducendo i margini di guadagno e rende difficoltoso pianificare investimenti e approvvigionamenti. in queste condizioni, le agromafie aguzzano l’ingegno e sanno in che direzione muoversi per investire i propri capitali’. lo scrive sul quotidiano avvenire il segretario generale della fai-cisl, Onofrio ROTA, in occasione della settantaduesima giornata del ringraziamento, a sessa aurunca, Caserta, dedicata quest’anno al tema ‘custodia del creato, legalità, agromafie’. ‘succede a tanti imprenditori onesti di dover entrare in conflitto con le organizzazioni criminali, ma, cosa ben meno raccontata, accade anche a tanti sindacalisti, in prima linea ogni giorno nel negoziare un lavoro dignitoso e nel denunciare chi specula sulla pelle dei lavoratori: auto incendiate, pneumatici squarciati, minacce ai famigliari, la lista delle intimidazioni è lunga’, prosegue ROTA. ‘bisogna scegliere da che parte stare. il messaggio di cui abbiamo bisogno, specialmente oggi, è proprio questo: chi non denuncia finisce per isolarsi ed essere più debole, mentre chi persegue la strada della legalità, finisce nella rete protettiva delle forze dell’ordine ed espone i delinquenti ad essere più riconoscibili e vulnerabili. non partiamo da zero, non rinunciamo dunque ad agire con coraggio e responsabilità. abbiamo una rete solida – scrive il leader della fai-cisl – che costituisce il migliore antidoto all’illegalità, composta da sindacato, società civile, forze dell’ordine, istituzioni. oggi questa rete rappresenta il patto della legalità di cui abbiamo bisogno, che si declina anche in tante attività che come fai-cisl abbiamo messo in campo, come la petizione mai più ghetti, per togliere i braccianti dalle baraccopoli, o il numero verde sos caporalato, per consentire ai lavoratori di segnalare casi di sfruttamento, o i furgoni delle tutele in movimento, per garantire assistenza ai lavoratori anche nei territori periferici, o la staffetta della legalità, appena conclusa assieme alla famiglia BORSELLINO, o la campagna fai bella l’Italia, per sostenere le tute verdi, ossia i lavoratori e le lavoratrici dell’agroalimentare, dei consorzi di bonifica, della forestazione, della zootecnia, veri protagonisti di un rinnovato rapporto tra persona e ambiente’.
NASCE L’ASSOCIAZIONE DELLE AGENZIE REGIONALI PER LO
SVILUPPO E LE INNOVAZIONI AGRONOMICHE FORESTALI
CRN STUDIA LE FORESTE CON SISTEMI MODELLISTICI PER
TROVARE UN’ARMA CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
11213 – Roma (agra press) – con un approccio modellistico, presso l’istituto per i sistemi agricoli e forestali del mediterraneo (cnr-isafom) di Perugia si sta cercando di fare luce sul futuro delle foreste europee e sul ruolo della gestione forestale nel contrasto agli effetti del cambiamento climatico. i risultati, ottenuti utilizzando un modello biogeochimico forestale applicato a diversi scenari di gestione selvicolturale e climatici, mostrano come la gestione forestale e il tipo di gestione che si decide di applicare nel medio e lungo termine abbiano un impatto maggiore di quanto non lo abbia il cambiamento climatico stesso. i due studi sono stati pubblicati sulle riviste science of the total environment e agricultural and forest meteorology.
CONFEURO, PER SALVARE CLIMA SERVE
NUOVO CONCETTO DI PRODUZIONE
11183 – Roma (agra press) – “l’appuntamento con la cop 27 in Egitto giunge in un momento delicato per l’Italia, dove sta per concludersi l’anno che passerà alla storia come il più caldo di sempre. nel corso di questi eventi c’è sempre molta enfasi sulla necessità di mobilitare più risorse per un’economia più verde. lo stanziamento di fondi è senza dubbio indispensabile, ma deve essere accompagnato da un riequilibrio dei rapporti di forza degli operatori del sistema produttivo, soprattutto in agricoltura”, ha detto andrea Michele TISO, presidente nazionale confeuro.
EMILIA ROMAGNA: RIGASSIFICATORE DI RAVENNA, BONACCINI
FIRMA IL DECRETO DI AUTORIZZAZIONE DELL’OPERA
11208 – bologna (agra press) – un flusso annuo di almeno 5 miliardi di metri cubi di gas naturale, equivalente a circa un sesto della quantità oggi importata dalla Russia è la stima di quanto potrà produrre l’impianto rigassificatore al largo di Ravenna, il cui progetto, dopo un’attenta e approfondita valutazione, ha ricevuto l’autorizzazione formale, sancita con la firma da parte del commissario straordinario di governo, il presidente della regione, Stefano BONACCINI, del decreto di approvazione del provvedimento autorizzatorio unico, informa la regione con un comunicato. ora toccherà a Snam procedere all’affidamento dei lavori per la realizzazione dell’opera, con un investimento previsto di circa 1 miliardo di euro.
FOR.ITALY, IL 9/11 EVENTO NAZIONALE DI CHIUSURA
DEL PROGETTO DI FORMAZIONE FORESTALE
11204 – to (agra press) – il 9 novembre a Torino si svolgerà l’evento di chiusura del progetto for.italy – formazione forestale per l’Italia, informa un comunicato della regione Piemonte, capofila del progetto e promotrice dell’iniziativa. l’incontro, che è inoltre promosso dal ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare e forestale, si propone di presentare i risultati delle attività realizzate e di valutare i possibili sviluppi in relazione alla strategia forestale nazionale e al piano strategico della pac 2023-2027. for.italy vede coinvolte, oltre al Piemonte, Basilicata, Calabria, Liguria, Lombardia, Sardegna, Sicilia, toscana e veneto, ed è stato condiviso da tutte le altre regioni, grazie alla cooperazione interistituzionale che si è attivata con il “testo unico in materia di foreste e filiere forestali”, spiega il comunicato.
11189 – Roma (agra press) – un comunicato stampa congiunto di Unioncamere e bmti rende noto che: “l’indagine condotta da Unioncamere con la collaborazione di bmti e ref ricerche prospetta una crescita dei prezzi pagati dalle centrali di acquisto della gdo all’industria alimentare del +2,2% nel bimestre ottobre-novembre, portando così i prezzi su di un livello atteso pari al +16,6%, rispetto allo stesso bimestre del 2021. a settembre si è rilevato un aumento del +1,2% per la media dei 46 prodotti alimentari maggiormente consumati, con rincari evidenti per il tonno all’olio di oliva (+6,1%), la carne in scatola (+5,1%), la birra nazionale (+4,8%) e i biscotti (+4,0%). su base annua l’incremento è del +15,3%, con i rialzi maggiori per la farina di grano tenero (+37,0%), il tonno all’olio di oliva(+31,9%), la pasta di semola (+29,1%). marcata anche la crescita negli oli e grassi per burro(+22,7%) e olio extravergine di oliva (+19,8%). le indicazioni fornite dalle centrali di acquisto della gdo prospettano significativi aumenti anche per il bimestre ottobre-novembre. nello specifico, ci si attende un aumento per l’olio extravergine di oliva (+8,2%), su cui pesano anche le attese di una netta contrazione produttiva, tonno all’olio di oliva (+7,6%), birra nazionale (+7,3%) e carne in scatola, cresciuta del +6,7%. in calo solo l’olio di semi vari (-1,7%), complice il rientro, negli ultimi mesi, dai picchi raggiunti dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino. su base annua, l’inflazione attesa per il bimestre è pari al +16,6%, con i rincari maggiori previsti per olio di oliva (+43,6%), tonno all’olio di oliva (+37,9%), pasta di semola (+34,2%), farina di grano tenero (+33,8%) e olio extravergine di oliva (+29,0%).significativi anche gli aumenti annui attesi per i formaggi freschi (+19,8% per la mozzarella di latte vaccino, +21,2% per lo stracchino) e i formaggi molli (+16,3% per il gorgonzola, +17,4% per il provolone), sulla scia dei rialzi del costo del latte e dell’energia. le anticipazioni raccolte sui prezzi pagati dalle centrali d’acquisto della gdo all’industria alimentare suggeriscono che l’inflazione alimentare al consumo, a causa dei rincari delle materie prime energetiche, rimarrà sostenuta su valori superiori al 10% sino alla fine del 2022. per la media dell’anno 2022 la previsione è ora all’8,4%. nei dati preliminari di ISTAT per il mese di ottobre, l’inflazione alimentare al consumo, rispetto allo scorso anno, ha già raggiunto il +13,1%, in accelerazione dal +11,4% di settembre”. l’indagine è disponibile al link https://bit.ly/3DITGWr.
EMILIA-ROMAGNA: MAMMI, PARTE ITER NUOVA PAC
2023-27 NEI SETTORI ORTOFRUTTA E PATATE
11253 – bologna (agra press) – un comunicato stampa della regione Emilia-Romagna rende noto che: “entra nel vivo la nuova pac 2023-27 in Emilia-Romagna. Le associazioni e le organizzazioni di produttori del settore ortofrutticolo e di quello pataticolo hanno presentato alla regione i rispettivi programmi operativi sui quali viene organizzato il mercato comune dell’ortofrutta e che consentono l’accesso ai sostegni finanziari previsti dalla normativa comunitaria. ‘i produttori e le loro organizzazioni, in particolare quelli del settore frutticolo e pataticolo- afferma l’assessore regionale all’agricoltura Alessio MAMMI- hanno dimostrato prontezza nel cogliere le opportunità offerte e le sfide introdotte dalla nuova politica comunitaria’. ‘i settori di ortofrutta e patate stanno attraversando un momento di difficoltà- prosegue MAMMI- ma sono pronte al rilancio di asset fondamentali per l’economia agroalimentare del nostro territorio. Come regione abbiamo fatto di tutto per mettere a disposizione gli strumenti della pac che consentono di sviluppare una nuova progettualità, contando su un incremento degli aiuti per costituire il plafond finanziario che può essere sviluppato fino a sette anni per l’ortofrutta e a cinque per le patate. Il nostro obiettivo è sostenere il reddito delle imprese e garantire il lavoro in un settore strategico per l’intero sistema regionale’. La regione punta su azioni di ricerca, investimenti per l’innovazione sia nelle imprese agricole sia nei centri di lavorazione, sostegni a una ortofrutticoltura di precisione attenta alla riduzione dell’impatto ambientale e ai cambiamenti climatici. Per l’ortofrutta sono stati presentati all’assessorato agricoltura della regione sette programmi operativi da parte di sei associazioni di organizzazioni di produttori. Nell’insieme i programmi avranno un valore di 157 milioni di euro, calcolato sul valore della produzione commercializzata dichiarata di 1,6 miliardi di euro. Il contributo previsto da parte dell’unione europea ammonta a 83,4 milioni di euro a favore delle aziende agricole impegnate nell’applicazione di tecniche produttive a basso impatto ambientale, nella realizzazione di nuovi impianti frutticoli e in interventi di ammodernamento delle strutture di lavorazione, conservazione dei prodotti, attività di ricerca e promozione. La novità di questa nuova pac è l’introduzione dei contributi per il settore delle patate: la nuova programmazione del piano strategico nazionale 2023-2027 infatti, ha ammesso che i singoli stati membri possano finanziare ulteriori settori produttivi e l’Italia ha optato per il settore pataticolo. In Emilia-Romagna la regione ha riconosciuto tre organizzazioni di produttori regionali che hanno presentato il proprio programma operativo. Il fondo, finalizzato a finanziare le attività strategiche per rendere maggiormente competitivo questo settore, ammonta a 3,4 milioni di euro determinato sul valore della produzione commercializzata dichiarata di 34,9 milioni di euro. Gli aiuti ue varranno 1,7 milioni di euro e serviranno a favorire gli investimenti delle aziende agricole nell’acquisizione di macchine e attrezzature specifiche e nell’applicazione di tecniche produttive a basso impatto ambientale. I contributi di Bruxelles saranno anche impiegati per le iniziative di promozione commerciale delle patate e per l’ammodernamento delle strutture di lavorazione e conservazione dei prodotti. Dopo le valutazioni della regione sui programmi operativi dal 1° gennaio 2023 le misure saranno attuate su tutto il territorio regionale”.
EMILIA ROMAGNA: MAMMI PRESENTA PROGRAMMI OPERATIVI
PAC 23-27 SETTORE ORTOFRUTTICOLO E PATATICOLO
11247 – bologna (agra press) – un comunicato stampa della regione Emilia romagna rende noto che: “entra nel vivo la nuova pac 2023-27 in Emilia-Romagna. Le associazioni e le organizzazioni di produttori del settore ortofrutticolo e di quello pataticolo hanno presentato alla regione i rispettivi programmi operativi sui quali viene organizzato il mercato comune dell’ortofrutta e che consentono l’accesso ai sostegni finanziari previsti dalla normativa comunitaria. ‘i produttori e le loro organizzazioni, in particolare quelli del settore frutticolo e pataticolo – afferma l’assessore regionale all’agricoltura Alessio MAMMI – hanno dimostrato prontezza nel cogliere le opportunità offerte e le sfide introdotte dalla nuova politica comunitaria’. ‘i settori di ortofrutta e patate stanno attraversando un momento di difficoltà – prosegue MAMMI – ma sono pronte al rilancio di asset fondamentali per l’economia agroalimentare del nostro territorio. Come regione abbiamo fatto di tutto per mettere a disposizione gli strumenti della pac che consentono di sviluppare una nuova progettualità, contando su un incremento degli aiuti per costituire il plafond finanziario che può essere sviluppato fino a sette anni per l’ortofrutta e a cinque per le patate. Il nostro obiettivo è sostenere il reddito delle imprese e garantire il lavoro in un settore strategico per l’intero sistema regionale’. La regione punta su azioni di ricerca, investimenti per l’innovazione sia nelle imprese agricole sia nei centri di lavorazione, sostegni a una ortofrutticoltura di precisione attenta alla riduzione dell’impatto ambientale e ai cambiamenti climatici. Per l’ortofrutta sono stati presentati all’assessorato agricoltura della regione sette programmi operativi da parte di sei associazioni di organizzazioni di produttori. Nell’insieme i programmi avranno un valore di 157 milioni di euro, calcolato sul valore della produzione commercializzata dichiarata di 1,6 miliardi di euro. Il contributo previsto da parte dell’unione europea ammonta a 83,4 milioni di euro a favore delle aziende agricole impegnate nell’applicazione di tecniche produttive a basso impatto ambientale, nella realizzazione di nuovi impianti frutticoli e in interventi di ammodernamento delle strutture di lavorazione, conservazione dei prodotti, attività di ricerca e promozione. La novità di questa nuova pac è l’introduzione dei contributi per il settore delle patate: la nuova programmazione del piano strategico nazionale 2023-2027 infatti, ha ammesso che i singoli stati membri possano finanziare ulteriori settori produttivi e l’Italia ha optato per il settore pataticolo. In Emilia-Romagna la regione ha riconosciuto tre organizzazioni di produttori regionali che hanno presentato il proprio programma operativo. Il fondo, finalizzato a finanziare le attività strategiche per rendere maggiormente competitivo questo settore, ammonta a 3,4 milioni di euro determinato sul valore della produzione commercializzata dichiarata di 34,9 milioni di euro. Gli aiuti ue varranno 1,7 milioni di euro e serviranno a favorire gli investimenti delle aziende agricole nell’acquisizione di macchine e attrezzature specifiche e nell’applicazione di tecniche produttive a basso impatto ambientale. I contributi di Bruxelles saranno anche impiegati per le iniziative di promozione commerciale delle patate e per l’ammodernamento delle strutture di lavorazione e conservazione dei prodotti. Dopo le valutazioni della regione sui programmi operativi dal 1° gennaio 2023 le misure saranno attuate su tutto il territorio regionale”.
UNCAI E CONFAGRICOLTURA, IL 10/11 CONVEGNO
A BOLOGNA SU AGROMECCANICI E INNOVAZIONE
11215 – Roma (agra press) – un comunicato stampa uncai rende noto che: “‘produttività’ e transizione ecologica si realizzano attraverso l’innovazione’. nel corso dell’incontro si cercherà di motivare tale affermazione, spesso presa come assunto, e di mettere a tema ostacoli e opportunità delle nuove tecnologie digitali alle quali si chiede di restituire valore economico, ma non solo, all’agricoltura. il convegno proverà, così, a dare una risposta all’invito, giunto da più parti, a rimodellare gli strumenti organizzativi dei sistemi agricoli per favorire una svolta che coniughi competitività, società, lavoro e ambiente e metta in sicurezza le filiere agroalimentari dalle crisi globali. in tale modello i contoterzisti troveranno posto? il contoterzismo avrà un futuro? se sì, sarà uguale al presente oppure qualcosa dovrà cambiare? e in che modo? il convegno, organizzato da uncai (unione nazionale contoterzisti agromeccanici e industriali) e confagricoltura con il patrocinio dell’accademia nazionale di agricoltura e unasa (l’unione delle accademie di scienze agrarie), si svolgerà all’archiginnasio di bologna, nella storica sala detta dello stabat mater in memoria della prima esecuzione, tenutavi il 18 marzo 1842, dello ‘stabat mater’ di Gioachino ROSSINI, sotto la direzione di Gaetano DONIZETTI “. al convegno interverranno, tra gli altri: Giorgio CANTELLI FORTI, presidente accademia nazionale di agricoltura; donato ROSSI, delegato di giunta di confagricoltura; angelo FRASCARELLI, presidente Ismea; Antonio PATUELLI, presidente abi; Roberto SCOZZOLI, direttore tecnico uncai; giuliano OLDANI, consigliere uncai; Enrica MAMMUCARI, segretaria nazionale uila-uil; tina BALI’, segretaria nazionale flai-cgil. chiuderanno i lavori: Massimiliano GIANSANTI, presidente confagricoltura; aproniano TASSINARI, presidente uncai; Giovanni MOLARI, magnifico rettore alma mater studiorum università di bologna.
EIMA: IL 10/11 CONVEGNO ASRECODI
SU EVOLUZIONE GESTIONE RISCHIO
11260 – Roma (agra press) – “il 10 novembre 2022 alle ore 14.30 nella sala Italia nel centro congressi di Eima international, a bologna, asrecodi, l’associazione regionale dei Condifesa dell’Emilia romagna, in collaborazione con asnacodi Italia, Ismea, caì (consorzi agrari d’Italia) e anbi, organizza il convegno: “necessaria evoluzione della gestione del rischio: innovazione e difesa attiva. un appuntamento da non perdere per conoscere le ultime novità e per approfondire il ruolo della difesa attiva e dell’innovazione nella gestione del rischio in agricoltura”, informa un comunicato di asnacodi. i lavori saranno aperti da claudio MORSELLI, presidente asrecodi. seguiranno gli interventi di: Gianluca LELLI, caì; francesco VINCENZI, presidente anbi; mauro SERRA BELLINI, masaf; angelo FRASCARELLI, presidente Ismea; albano AGABITI, presidente asnacodi Italia, andrea BERTI direttore asnacodi.
SICCITA’: PARMIGIANI (CONFAGRICOLTURA), PER
SCONFIGGERE FENOMENO DOBBIAMO INNOVARE
11264 – rimini (agra press) – un comunicato stampa di confagricoltura rende noto che: “la siccità non è più un problema solamente estivo e l’Italia è in forte allarme per la carenza di acqua, che quest’anno ha dimostrato tutta la sua gravità. lo ha sottolineato Giovanna PARMIGIANI della giunta nazionale di confagricoltura e componente del consiglio anbi, in un’intervista a radio uno rai in collegamento da ecomondo a rimini, in cui ha ricordato come gli agricoltori da anni stiano denunciando l’emergenza che tocca nel vivo la produzione e tutto il settore primario. ‘già’ l’inverno scorso la mancanza di pioggia e neve avrebbe dovuto preoccupare. a marzo era evidente che il problema si stava aggravando, ed ora anche le coltivazioni autunno-vernine già le vediamo in sofferenza perché’ l’acqua non c’è. e anche se piove – ha precisato Giovanna PARMIGIANI – il suolo riesce a captare solamente l’11% della risorsa idrica, tutto il resto si disperde nella rete’. è fondamentale quindi per confagricoltura realizzare infrastrutture irrigue efficienti e utilizzare gli invasi per stoccare l’acqua da utilizzare quando necessario. ‘abbiamo bisogno di tante opere infrastrutturali, abbiamo bisogno di desalinizzatori e di dighe, la cui costruzione risale ormai agli anni ’70. abbiamo bisogno di investire nell’innovazione. e non è una questione di costi – ha concluso la componente di giunta di confagricoltura – costa molto di più il danno ambientale causato da un’alluvione che il costo di una diga o la ristrutturazione delle reti idriche italiane'”.
FITOSANITARI: COMPAG, NO A PROPOSTA
UE SU UTILIZZO SOSTENIBILE
11239 – bologna (agra press) – compag, la federazione delle rivendite agrarie e dei commercianti per l’agricoltura, esprime “tutto il suo dissenso in merito alla proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari presentata dalla commissione ue, che pone ulteriori limiti e restrizioni senza aver effettuato un’adeguata analisi di impatto e senza tener conto dei diversi tipi di colture dei vari paesi membri”, informa un comunicato, nel sottolineare che “già 17 paesi hanno chiesto una revisione della proposta, che causerebbe in Italia fino al 30% di perdita nella produzione di mais, frumento e orzo”. di questo ed altri temi si parlerà in occasione del convegno nazionale di compag, che si terrà a bologna (savoia hotel regency, via del pilastro, 2) giovedì 1° dicembre alle ore 10:00.
PIEMONTE: CONFAGRICOLTURA HA PRESENTATO
I DATI DELL’ANNATA AGRARIA 2021-2022
11234 – Torino (agra press) – un comunicato stampa di confagricoltura Piemonte rende noto che: “l’annata agraria 2022, secondo il bilancio tracciato da confagricoltura Piemonte in occasione della tradizionale conferenza stampa di fine campagna, sarà ricordata principalmente per lo straordinario andamento climatico, caratterizzato da una perdurante assenza di piogge che ha sottoposto a un pesante stress e tutte le coltivazioni, causando una sensibile riduzione della produzione di mais, prative e foraggere. hanno tenuto meglio le produzioni cerealicole invernali, quali grano e orzo; leggermente in calo, ma non in modo significativo, i raccolti di frutta, nocciole e uva, che hanno fatto registrare livelli qualitativi buoni, con punte di eccellenza. ‘gli effetti del cambiamento climatico – dice Federico SPANNA settore fitosanitario regione Piemonte – mai come quest’anno si sono manifestati sul territorio padano, ed in particolare su quello piemontese, con grande intensità e persistenza. siccità estrema e temperature elevate sono i due elementi che hanno dominato uno scenario meteorologico che ha ben pochi riscontri nel passato e che non accenna a rientrare in parametri più ordinari neanche nella stagione autunnale’. le quotazioni di quasi tutte le produzioni agricole, in particolare dei cereali e del riso, hanno fatto registrare aumenti significativi, ma nel contempo i rincari dei costi dei mezzi tecnici e dell’energia, quali corrente elettrica, gas e carburanti, sono stati particolarmente pesanti. ‘il bilancio complessivo – dichiara enrico ALLASIA, presidente di confagricoltura Piemonte – è positivo, ma il futuro è incerto per quanto riguarda la tenuta dei prezzi agricoli all’origine. l’aumento dei costi energetici preoccupa le imprese, soprattutto quelle zootecniche, che a fronte dei rincari dei mangimi e dei foraggi e di un modesto aumento del valore delle produzioni di carne e latte non riescono più a far quadrare i conti’. timori anche per i bilanci delle imprese frutticole, con i costi di produzione che superano i prezzi dei prodotti all’origine e gli oneri di frigoconservazione in continuo aumento. ancora in calo le imprese agricole, che negli ultimi cinque anni hanno fatto registrare una contrazione delle attività di circa il 13%, passando da 46.667 unità del 2018 a 40.866 di quest’anno; di conseguenza è aumentata la superficie media aziendale, che ora si assesta a 22,5 ettari. crescono invece gli addetti agricoli, che a giugno di quest’anno erano 81mila, con un netto incremento rispetto ai 63mila medi del 2021, in controtendenza rispetto al dato nazionale che vede gli occupati del settore primario in diminuzione. stabile il numero dei giovani agricoltori: nel 2021 i giovani sotto i 41 anni di età rappresentavano il 13,7% del totale dei titolari delle imprese agricole, mentre quest’anno sono il 14% (6.041 aziende). ‘continuano purtroppo a essere irrisolti i problemi dell’eccessiva proliferazione dei selvatici – aggiunge enrico ALLASIA – ai quali si è aggiunta la peste suina africana: l’epidemia, fortunatamente confinata per il momento, preoccupa le imprese suinicole, che vedono il loro futuro incerto. alle istituzioni chiediamo una presa di posizione forte, che ci rassicuri sull’effettiva volontà di contrastare l’abnorme diffusione dei cinghiali”. la nuova politica agricola comunitaria, che impone vincoli ambientali sempre più stringenti, il conflitto russo ucraino, l’aumento dei costi produttivi e il peso degli oneri energetici in forte aumento, gli aumenti del costo del gasolio, dei fertilizzanti e delle materie prime mettono in difficoltà il settore primario piemontese, caratterizzato da produzioni di qualità che richiedono importanti apporti di manodopera. ‘con il miglioramento delle produzioni, l’innovazione tecnologica e la ricerca di nuovi mercati – conclude ALLASIA – le imprese agricole piemontesi si stanno impegnando ogni giorno per contrastare questa congiuntura sfavorevole. alla politica regionale chiediamo interventi rapidi, procedure snelle e un contributo coordinato per la valorizzazione delle nostre produzioni, per consentirci di superare la crisi nell’interesse dell’agricoltura e del territorio’. ‘l’agricoltura oggi si trova ad affrontare sfide molto serie per le quali servono strumenti nuovi – sottolinea lella BASSIGNANA presidente agripiemonteform, ente per la formazione professionale e direttore di confagricoltura del Piemonte che ha elaborato i dati dell’annata agraria – la popolazione del pianeta è in aumento, mentre la terra coltivabile diminuisce a causa della cementificazione e i cambiamenti climatici riducono le produttività e le rese. negli ultimi decenni le politiche europee hanno chiesto agli agricoltori di produrre di meno: oggi dobbiamo tornare a produrre di più: siamo il primo settore dell’economia del paese e dobbiamo essere messi nelle condizioni di poterlo fare con politiche che incentivino la produzione nel rispetto della salute del consumatore e dell’ambiente. il mondo agricolo ha bisogno di: investire in ricerca (enti di ricerca, università, aziende) per varietà resistenti alla siccità e alle fitopatologie promuovendo nuove forme di miglioramento genetico; avviare velocemente la fase operativa del piano nazionale di ripresa e resilienza, per una rete idraulica in grado di rispondere ai cambiamenti climatici, per incrementare la percentuale di acqua piovana che oggi riusciamo a trattenere in bacini con funzioni di riserva idrica e limitare le perdite dei canali; potenziare percorsi di formazione per la qualificazione e la specializzazione del personale e corsi di aggiornamento per dirigenti agricoli’. ‘le tecniche di evoluzione assistita, e in particolare l’editing del genoma – afferma nella sua relazione il prof. andrea MOGLIA – dipartimento disafa università di Torino – offrono straordinarie opportunità per l’agricoltura italiana nell’ottica di sviluppare strategie di miglioramento genetico al servizio di una produzione sostenibile in un contesto di cambiamenti climatici’.
PIU’ RIGOROSE UE: ACCORDO PARLAMENTO-CONSIGLIO SU NORME
PER EMISSIONI DI GAS SERRA
11307 – Bruxelles (agra press) – i negoziatori del parlamento e del consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio su una revisione del regolamento sulla condivisione degli sforzi (esr), che stabilisce riduzioni annuali vincolanti delle emissioni di gas a effetto serra (ghg) per gli stati membri dell’UE e attualmente regola circa il 60% delle emissioni dell’Ue, comprese quelle derivanti dall’agricoltura. parlamento e consiglio dovranno approvare formalmente l’accordo prima che la nuova legge possa entrare in vigore. i negoziatori hanno convenuto di aumentare l’obiettivo obbligatorio di riduzione dei gas a effetto serra per il 2030 a livello dell’Ue dal 30% al 40% rispetto ai livelli del 2005. per la prima volta, tutti i paesi del Ue devono ora ridurre le emissioni di gas serra con obiettivi compresi tra il 10 e il 50%. gli obiettivi per ciascuno stato membro si basano sul pil pro capite e sull’efficacia in termini di costi.
AGROMAFIE: OPERAZIONE DIA A ROMA CONTRO
‘DRANGHETA ATTIVA IN SETTORE ALIMENTARE
11315 – Roma (agra press) – un’operazione della dia (direzione investigativa antimafia) ha colpito un’associazione a delinquere di stampo mafioso legata alla ‘ndrangheta attiva a Roma e provincia e anche nel lazio e nelle province di Cosenza e Agrigento. nel corso dell’operazione sono state applicate misure cautelari per 26 persone indiziate di far parte dell’associazione a delinquere. secondo gli inquirenti, l’organizzazione criminale sarebbe finalizzata ad acquisire la gestione o il controllo di attività economiche in diversi settori, soprattutto in campo alimentare e della ristorazione, utilizzando poi intestazioni fittizie per coprire la reale proprietà delle attività. tra i settori commerciali coinvolti, quello ittico, la panificazione, le pasticcerie, il ritiro degli olii esausti.
FERTILIZZANTI: COMMISSIONE UE, AZIONI PER RIDURRE
LA DIPENDENZA E GARANTIRE LA SICUREZZA ALIMENTARE
11321 – Bruxelles (agra press) – un comunicato della commissione UE afferma che “i fertilizzanti svolgono un ruolo importante per la sicurezza alimentare” e che “la loro produzione e il loro costo dipendono in larga misura dal gas naturale”. “in seguito all’invasione dell’ucraina da parte della Russia – prosegue il comunicato -, una crisi globale dei fertilizzanti minerali e dell’energia sta ora pesando sulla sicurezza alimentare globale e sui prezzi dei prodotti alimentari. in questo contesto, la commissione europea ha presentato una comunicazione per garantire la disponibilità e l’accessibilità dei fertilizzanti. la comunicazione – aggiunge il comunicato – presenta un’ampia gamma di azioni e indicazioni su come affrontare le sfide che gli agricoltori e l’industria dell’UE, così come i paesi in via di sviluppo, stanno attualmente affrontando. viene inoltre affrontata la necessità di rafforzare la resilienza e la sostenibilità generale dei nostri sistemi alimentari a medio e lungo termine, in linea con la comunicazione sulla salvaguardia della sicurezza alimentare adottata nel marzo 2022, con la strategia farm to fork e con repowereu. la comunicazione – continua il comunicato – delinea una serie di buone pratiche e di azioni per aiutare gli agricoltori a ottimizzare l’uso dei fertilizzanti e a ridurre la loro dipendenza, garantendo al contempo le rese”. in particolare – elenca il comunicato -, “gli stati membri possono dare priorità all’accesso continuo e senza interruzioni al gas naturale per i produttori di fertilizzanti nei loro piani di emergenza nazionali in caso di razionamento del gas, in linea con la comunicazione della commissione ‘risparmiare gas per un inverno sicurò; il quadro temporaneo di crisi modificato per gli aiuti di stato consente agli stati membri di fornire un sostegno specifico agli agricoltori e ai produttori di fertilizzanti, mentre la commissione esaminerà insieme agli stati membri l’opportunità di utilizzare la riserva agricola di 450 milioni di euro per l’esercizio finanziario 2023 per gli agricoltori colpiti dagli elevati costi dei fattori di produzione; per migliorare la trasparenza del mercato la commissione lancerà un osservatorio del mercato dei fertilizzanti nel 2023 per condividere i dati sulla produzione, l’uso, i prezzi e il commercio”. “la commissione – continua ancora il comunicato – collaborerà con gli stati membri per garantire che gli interventi pertinenti, come i piani di gestione dei nutrienti, il miglioramento della salute del suolo, l’agricoltura di precisione, l’agricoltura biologica e l’uso di leguminose nei programmi di rotazione delle colture, siano ampiamente adottati dagli agricoltori. la commissione inviterà inoltre gli stati membri a considerare l’opportunità di definire ulteriori priorità e aumentare l’ambizione di tali interventi nelle future revisioni dei loro piani strategici della pac”. spiega poi il comunicato che “l’uso di fertilizzanti organici sostituendo, quando possibile, i fertilizzanti minerali con i fertilizzanti organici ridurrà la dipendenza dell’Ue dal gas e l’impronta di carbonio del settore. la commissione incoraggerà gli stati membri a sostenere gli investimenti in idrogeno e biometano rinnovabili per la produzione di ammoniaca, mentre la commissione ha contattato fornitori alternativi di fertilizzanti per compensare le precedenti forniture dalla Bielorussia e dalla Russia”. la commissione prevede anche azioni di sostegno ai paesi vulnerabili e per migliorare la sicurezza alimentare globale.
EIMA: PRESIDENTE FEDERUNACOMA MALAVOLTI, CRESCE FATTURATO
MACCHINE AGRICOLE MALGRADO LA CONGIUNTURA
11294 – Roma (agra press) – un comunicato stampa di federunacoma rende noto che: “le previsioni di federunacoma per fine anno indicano un calo dei quantitativi prodotti (-6%), ma un incremento del valore della produzione (14,2 miliardi di euro, pari a +3,7% sul 2021). la tenuta del mercato interno e soprattutto il buon andamento delle esportazioni (+10,4% a luglio) sostengono il settore, che tuttavia sconta la crisi dei costi di produzione e la minore capacità di spesa da parte delle imprese agricole. la tenuta del mercato interno e la buona domanda proveniente dai mercati esteri mantengono l’industria italiana delle macchine agricole su buoni livelli produttivi, confermando il suo ruolo di primo piano nel panorama internazionale del settore. le immatricolazioni sul mercato interno si sono mantenute su buoni livelli – inferiori rispetto all’anno record 2021 ma superiori rispetto alla media degli anni precedenti – e le esportazioni continuano ad essere il punto di forza dell’industria italiana. i dati Istat sul commercio estero indicano nei sette mesi gennaio-luglio una crescita delle esportazioni in valore sia per le trattrici (+2,13% rispetto allo stesso periodo 2021, anche se a fronte di un calo del numero di unità del 20%) sia per le altre tipologie di macchine (+13,6% in valore e +0,34 in peso). il made in italy dell’aeromeccanica ottiene nei primi sette mesi dell’anno una crescita totale, in valore, del 10,4%, a fronte di una riduzione in quantità di appena il 2,5%. i principali mercati di sbocco si confermano stati uniti, Francia e Germania, ma in crescita risultano le esportazioni verso la polonia (+26%), la Romania (+37%) e l’Ungheria (+46%). l’incremento del fatturato, pure in presenza di una riduzione delle quantità esportate, è da ricondurre all’aumento del prezzo dei listini, uno scarto questo che dovrebbe caratterizzare anche il consuntivo a fine anno della produzione italiana, che si stima possa subire un calo in termini quantitativi pari al 6%, ma addirittura un incremento in termini di fatturato, attestandosi a quota 14,2 miliardi di euro, un risultato migliore rispetto a quello dell’anno record 2021 che aveva registrato un valore della produzione pari a 13,7 miliardi di euro con un incremento del 3,7% sull’anno precedente. sul fatturato previsto per fine 2022 incide il buon andamento del comparto della manutenzione del verde, con livelli produttivi in linea con quelli dello scorso anno per un valore intorno al miliardo di euro, e soprattutto quello della componentistica, che si stima possa raggiungere a fine anno un fatturato pari a 3,4 miliardi. ‘per quanto reattiva ed efficace – ha detto il presidente della federazione dei costruttori italiani federunacoma, ALESSANDRO MALAVOLTI – l’industria italiana non è esente dalla congiuntura economica sfavorevole e da tutti quei fattori che condizionano le imprese in questa difficile fase’. nella primavera di quest’anno il prezzo dell’energia ha registrato un rialzo impressionante, segnando un incremento del 400% rispetto alla primavera del 2020. una crisi, quella delle forniture energetiche, particolarmente pesante in Europa, dove in conseguenza del conflitto russo-ucraino si è verificata una vera e propria ‘guerra del gas’ che ha contrapposto la Russia all’unione europea. ‘sono note le iniziative assunte dai governi e dall’unione europea nel suo insieme per diversificare gli approvvigionamenti e per calmierare i prezzi – ha spiegato MALAVOLTI – interventi che hanno iniziato a produrre i loro effetti (un calo dei prezzi del 10% da settembre e la prospettiva di ulteriori decrementi nei mesi prossimi), ma che non sono sufficienti a riportare le quotazioni sui livelli che hanno caratterizzato gli ultimi vent’anni, e con effetti quindi permanenti sui conti delle imprese manifatturiere, che contribuiscono ad un aumento dei costi di produzione e quindi ad un incremento dei prezzi di listino dei mezzi meccanici’. questo si combina, purtroppo, con una crescita dei costi di produzione anche nelle imprese agricole, che scontano la maggiore bolletta energetica, ma anche il maggiore onere per l’acquisto di fertilizzanti e prodotti chimici. il prezzo dei fertilizzanti ha subito un incremento imprevedibile dalla primavera scorsa, a causa del blocco delle importazioni dalla Russia, che con 16 milioni di tonnellate di fertilizzante era di gran lunga il maggior fornitore dell’unione europea. gli stessi prodotti chimici hanno registrato nel giugno di quest’anno incrementi compresi tra il 100 e il 150% rispetto al giugno 2020, i più consistenti dall’anno 2000. ancorché’ dovessero ridursi in questi mesi, i prezzi dei prodotti chimici (che comprendono tutta la gamma di quelli specifici per i trattamenti agricoli) sono destinati a rimanere su livelli sensibilmente superiori rispetto a quelli pre-covid. ‘per ridurre il divario crescente tra i costi industriali e la capacità d’investimento delle imprese agricole – ha detto il presidente MALAVOLTI – è fondamentale il sostegno pubblico, volto ad incoraggiare gli acquisti, tanto a livello nazionale quanto a livello europeo, con una rosa di strumenti specifici per la meccanizzazione agricola’.
EIMA: FEDERUNACOMA, IN ALTO DOMANDA DI
MACCHINE AGRICOLE SUL MERCATO MONDIALE
11297 – Roma (agra press) – un comunicato stampa di federunacoma rende noto che: “le vendite di mezzi meccanici per l’agricoltura hanno mantenuto buoni livelli negli ultimi due anni e mezzo, caratterizzati dalle gravi crisi economiche conseguenti alla pandemia covid e alla guerra fra Russia ed ucraina. nei nove mesi da gennaio a settembre 2022 il mercato si mantiene su volumi superiori rispetto a quelli precedenti la pandemia del 2020, anche se tra la fine di quest’anno e la prima parte del 2023 il settore è destinato a subire gli effetti dell’inflazione e dell’incertezza geopolitica. prospettive positive per gli anni prossimi, in risposta alla domanda di derrate alimentari che è in crescita sia in termini di quantità sia in termini di qualità. le crisi economiche che hanno investito l’economia globale negli ultimi due anni non sono riuscite a fermare il processo di sviluppo della meccanizzazione agricola. nell’anno 2020, funestato dalla pandemia covid con il blocco forzato delle attività produttive e il rallentamento dell’intero sistema del commercio, dei trasporti e della logistica, il mercato mondiale delle trattrici ha mostrato una buona tenuta complessiva, chiudendo con un incremento del 7,7% (2.200.000 trattrici di nuova immatricolazione). nel 2021 si è registrato un netto rilancio, con incrementi vistosi negli stati uniti (+10%), in india (+13%) e in Europa (+16.6%), una fase espansiva dalla quale è rimasta esclusa la Cina, ancora alle prese con l’emergenza covid e con le relative restrizioni, oltre che con una cattiva congiuntura economica interna. complessivamente, il mercato delle machine agricole ha segnato nel 2021 un incremento di circa il 13%. anche nell’anno in corso, al cospetto della grave crisi politica ed economica determinata dalla guerra fra Russia ed ucraina, con l’impressionante crescita dell’inflazione, il costo dell’energia salito a livelli impensabili e il permanere delle difficoltà relative alla reperibilità delle materie prime ferrose e plastiche, oltre che al costo della logistica e dei trasporti, i macchinari agricoli hanno mantenuto buoni livelli di vendita. nei nove mesi da gennaio a settembre 2022 – questi i dati diffusi da federunacoma a bologna, nel corso della conferenza stampa di presentazione di Eima international – le vendite in india indicano un numero di trattrici pari a 665 mila unità, che corrisponde ad un calo di appena il 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2021. nello stesso periodo il mercato statunitense registra 210 mila unità, con un calo del 14,3% sul 2021 ma con un volume di vendite che si conferma comunque superiore rispetto ai livelli pre-covid. anche il mercato europeo sembra attestarsi su livelli di tutto rispetto, sia pure scontando il deteriorarsi della situazione economica generale (-7,6% nei primi nove mesi 2022). paesi trainanti come la Germania e la Francia mostrano nei nove mesi una discreta tenuta: la Germania segna un calo per le trattrici del 7,4%, mantenendo un volume di vendite (23.400) superiore rispetto al livello pre-covid del 2019. la Francia segna un calo del 4,5% (23.500 unità, superiori al dato pre-covid del 2019), mentre è da segnalare l’incremento vistoso di mercati minori come quelli della repubblica ceca, del Ungheria, della Serbia e della Croazia. discorso a parte deve essere fatto per la Cina, dove il mercato prosegue anche nel 2022 la sua fase negativa, determinata dalle condizioni economiche generali non favorevoli (-1% le vendite di trattori nel primo trimestre 2022 dopo il -20% del 2021). ‘l’andamento complessivo del mercato conferma come la domanda di meccanizzazione agricola sia ormai una costante nello scenario economico mondiale – ha osservato il presidente di federunacoma Alessandro MALAVOLTI – anche se sul bilancio di quest’anno, e sui primi mesi del prossimo, non potranno non pesare la situazione economica generale, l’inflazione e le politiche restrittive messe in atto dai governi, oltre che il possibile calo della redditività dell’agricoltura a causa dell’aumento dei costi di produzione’. ‘l’aspettativa degli operatori del settore aeromeccanica – ha aggiunto MALAVOLTI – è che il mercato possa riprendere la propria marcia rapidamente, non appena la congiuntura economica sarà migliore’. del resto, il settore agricolo è destinato a crescere a livello mondiale nei prossimi anni, per soddisfare i fabbisogni di una popolazione che dai 7,8 miliardi di persone censiti nel 2021 passerà ad un totale di 8,6 miliardi nel 2031 (quasi un miliardo in più in appena dieci anni). entro il prossimo decennio la produzione agricola globale è stimata in crescita del 17%, trainata soprattutto dalla Cina, e quindi dall’india e dalle altre regioni dell’asia e del pacifico, mentre anche l’africa subsahariana vedrà incrementare la propria capacità produttiva. l’aumento delle rese fa prevedere una crescita nella produzione di cereali, anche se saranno le carni a registrare i progressi più consistenti, con un +16% nei prossimi dieci anni per il pollame e un +17% per la carne suina. complessivamente, si stima che nel 2031 la produzione mondiale di carne raggiungerà i 377 milioni di tonnellate (+15%), per soddisfare una domanda proveniente soprattutto dai paesi in via di sviluppo oltre che dai paesi emergenti. l’agricoltura e la zootecnia avranno una distribuzione geografica più ampia – questo lo scenario descritto nei report oecd e fao – poiché’ molti paesi tenderanno a una maggiore autonomia negli approvvigionamenti riducendo in parte la dipendenza dagli attuali cinque grandi produttori del pianeta, vale a dire Cina, stati uniti, unione europea, brasile e federazione russa. se nei paesi emergenti e in quelli in via di sviluppo le tecnologie sono finalizzate soprattutto all’incremento della produzione – è stato infine osservato nel corso della conferenza – nei paesi più avanzati, e soprattutto in Europa, le innovazioni tecnologiche sono finalizzate soprattutto alla sostenibilità ambientale e alla preservazione delle risorse naturali, secondo il modello che viene riassunto nel green deal e reso operativo con le misure della nuova politica agricola comunitaria. in questo scenario si stima che il mercato della meccanizzazione agricola possa crescere in modo consistente nei prossimi anni. i dati di export planning sul commercio mondiale delle macchine agricole indicano come questo dovrebbe crescere tra il 2023 e il 2026 del 5,7%”.
UNCAI A EIMA INTERNATIONAL IN CORSO
A BOLOGNA FINO A DOMENICA 13/11
11311 – bologna (agra press) – un comunicato stampa di uncai rende noto che: “anche quest’anno l’unione nazionale contoterzisti agromeccanici e industriali – uncai è presente con uno stand a Eima international, l’esposizione internazionale di macchine per l’agricoltura e il giardinaggio in corso bologna. agromeccanici, agricoltori, concessionari e costruttori di macchine agricole possono incontrare lo staff dell’associazione allo stand d3 del padiglione 29, facilmente raggiungibile dall’ingresso nord oppure dall’ingresso “Michelino” del quartiere fieristico. ‘un appuntamento irrinunciabile per i contoterzisti che in Eima possono toccare con mano tutte le novità dell’aeromeccanica mondiale e farsi incantare dalle nuove strade che ha intrapreso, dal digitale alla robotica, in un viaggio verso i confini della tecnologia al servizio dell’agricoltura’, illustra il presidente uncai aproniano TASSINARI. ‘un onore per uncai essere presente alla kermesse. porteremo alcuni contenuti 4.0 in collaborazione con la start up realizzata da contoterzisti per contoterzisti ctsmart 24 e con il supporto della troupe di agrilinea tv e di sauro ANGELINI faremo conoscere il lavoro dei contoterzisti e la loro propensione all’innovazione dal campo allo stoccaggio dei prodotti all’energia’, aggiunge TASSINARI. al termine di una campagna agraria resa difficile da un contesto globale fuori controllo, momenti di incontro e confronto come Eima international regalano un sospiro di sollievo, quasi un ritorno alla normalità: ‘l’augurio è che confermi la sua missione di volano per gli investimenti di cui l’agricoltura ha grande bisogno, presentando soluzioni solide per l’agricoltura e la sostenibilità delle filiere’, conclude il presidente uncai”.
FORLI’-CESENA E RIMINI: ANGA CONFAGRICOLTURA
IN VISTA ALLA FUNGAIA FUNGAR DI CORIANO (RN)
11305 – Forlì-Cesena e rimini (agra press) – i giovani agricoltori di anga-confagricoltura Forlì-Cesena e rimini hanno visitato la fungaia riminese della Fungar, azienda specializzata di Coriano (Rn). successivamente hanno dato vita ad una tavola rotonda alla tenuta del monsignore di san Giovanni in Marignano (Rn), facendo il punto della situazione, tra sfide presenti e future. “investire in agricoltura non è semplice, soprattutto in questo periodo – afferma Michele GHETTI, presidente di anga-confagricoltura Forlì-Cesena e rimini- e proprio in momenti del genere è fondamentale il ruolo di un sindacato d’impresa e di un’associazione di categoria”, “ecco perché’ è fondamentale la formazione e lo sviluppo di una cultura d’impresa, aspetti che, come anga, abbiamo molto a cuore”. alla tenuta del monsignore i giovani sono stati accolti dal presidente di confagricoltura Forlì-Cesena e rimini, carlo CARLI ed hanno ascoltato una relazione del vicepresidente Alberto MAZZONI, che è anche vicepresidente nazionale della federazione di prodotto bioeconomia di confagricoltura.
CON “MELE…CUCINO!” CONFAGRICOLTURA
TORINO PARTECIPA A TUTTOMELE 2022
11325 – Torino (agra press) – un comunicato informa che confagricoltura Torino è presente alla 43ª edizione di tuttomele a Cavour (to) fino al 13 novembre. in calendario sabato 12 novembre due show cooking: il primo alle ore 12, durante il quale verrà preparato un risotto alle mele dallo chef mauro AGU’; il secondo alle ore 16 con una merenda a base di mele e succhi di frutta. le degustazioni saranno condotte da ALESSANDRO FELIS, giornalista e critico enogastronomico; interverranno Tommaso VISCA, presidente di confagricoltura Torino, il direttore Maria Luisa CERALE, Roberto BALLARIO, responsabile zonale di confagricoltura Torino, ed elisa BOCCO, tecnico frutticolo dell’associazione e consigliere del comune di Cavour.
SUINICOLTURA: LEVONI, SIAMO ROVINATI SE
NON TROVIAMO CLIENTI E MERCATI NUOVI
11306 – Modena (agra press) – “come commentare l’attuale situazione di mercato? le dò subito il titolo: ‘siamo rovinati’. sottotitolo: ‘il consumatore si orienta verso carni e salumi di prezzo inferiore’. come azienda noi non abbasseremo né i prezzi né la qualità. anzi, con i costi di produzione che abbiamo e con le attuali quotazioni dei maiali, i prezzi li dovremo aumentare. per cui la missione sarà trovare clienti nuovi, conquistare nuovi mercati, ampliare il parco dei destinatari, orientandoci verso realtà che cercano italianità e qualità, come gli stati uniti”, ha detto Aldo LEVONI, amministratore delegato di Levoni spa al portale clal.it, parlando della situazione del mercato dei prodotti suinicoli e degli obiettivi dell’azienda.
GENTILONI, RIFORMA PATTO STABILITA’ E CRESCITA
MIRA A CONCILIARE TRE IMPERATIVI
11351 – Bruxelles (agra press) – «le proposte che presentiamo mirano a conciliare tre imperativi: sostenere la crescita e migliorare la sostenibilità del debito; rafforzare la titolarità nazionale delle decisioni di politica economica e costruire un nuovo quadro comune; semplificare le nostre regole, preservandone l’utilità», ha spiegato il commissario agli affari economici paolo GENTILONI le linee-guida per la riforma del patto di stabilità e crescita. le linee-guida, che ora andranno discusse con i paesi membri e poi tradotte eventualmente in proposte legislative, la cui presentazione – ha detto il commissario – è prevista primo trimestre 2023 – mirano a rendere il patto più facile da rispettare e da far rispettare, attraverso un percorso negoziato con il singolo stato membro per la riduzione del debito, entro un periodo da quattro a sette anni, ma anche un meccanismo automatico e più semplice per far scattare le sanzioni, che comprendono la sospensione dei fondi europei, compreso il pnrr, come specifica la commissione europea. “vogliamo mettere, finalmente, sullo stesso piano crescita e stabilità, e vogliamo lavorare efficacemente per ottenere risultati in entrambi i campi: riduzione del debito e crescita sostenibile. questa è in sostanza la sfida che abbiamo davanti a noi”, ha concluso GENTILONI.
BATTISTA ELETTO PRESIDENTE COPAGRI BERNARDINI
VICE APPLAUSO DELL’ASSEMBLEA A VERRASCINA
11375 – Roma (agra press) – “il consiglio generale della copagri, riunitosi nell’ambito del VI congresso nazionale della confederazione, svoltosi il 9 e 10 novembre alla presenza dei massimi vertici della politica agricola nazionale e delle associazioni e dei sindacati di settore, fra i quali il ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare e forestale francesco LOLLOBRIGIDA, ha eletto all’unanimità Tommaso BATTISTA presidente per il prossimo mandato, in cui sarà affiancato dal vicepresidente Giovanni BERNARDINI. a conclusione dei lavori, i delegati della copagri hanno tributato un lungo applauso al presidente uscente franco VERRASCINA, che ha guidato la confederazione per oltre un decennio, essendo stato in carica dal 2009 al 2022, dopo un quinquennio passato nelle vesti di vicepresidente e dopo un’esperienza ultradecennale nella politica agricola. BATTISTA e BERNARDINI, dopo aver ringraziato tutti i delegati per la fiducia accordata ed il presidente uscente per il lavoro fatto, hanno illustrato alcune delle priorità del loro mandato”, informa un comunicato della copagri. “riteniamo fondamentale perseguire una politica di sovranità alimentare che tuteli gli interessi dell’agroalimentare e valorizzi le indicazioni geografiche, vera ricchezza del nostro paese, rigettando gli attacchi alla dieta mediterranea e alle nostre produzioni di eccellenza, così come sistemi fuorvianti quali il nutriscore. parallelamente, si dovrà continuare a lavorare per semplificare e migliorare gli strumenti di gestione del rischio, senza dimenticare che l’Italia è uno dei pochi paesi ad aver attivato i fondi di mutualizzazione e l’income stabilization tool-ist, il cui utilizzo risulta al momento alquanto complesso. l’azienda agricola, infatti, è un’impresa ad alto rischio, che produce a cielo aperto in un contesto sempre più critico e che si trova costretta a dover affrontare di volta in volta difficoltà diverse ma sempre potenzialmente drammatiche, quali le fitopatie, le oscillazioni dei mercati, le speculazioni e, recentemente, gli incrementi record dei costi di produzione e delle tariffe energetiche”, ha spiegato BATTISTA. “la tutela del lavoro dei produttori agricoli passa anche dal riconoscimento del loro ruolo di custodi dell’ambiente e del territorio, così come dal rafforzamento e dal riequilibrio dei rapporti di forza all’interno della filiera agroalimentare. sul versante economico, crediamo sia arrivato il momento di intervenire in maniera strutturale per agevolare il più possibile l’accesso al credito per le aziende agricole, attivando al contempo una seria opera di sburocratizzazione, che vada a standardizzare e uniformare le varie piattaforme informatiche attualmente utilizzate dalle imprese agricole”, ha detto BERNARDINI.
CONFAGRICOLTURA E FEDERALIMENTARE, SICUREZZA ALIMENTARE
E TRANSIZIONE POSSIBILI CON TECNOLOGIE
11386 – rimini (agra press) – sicurezza alimentare e transizione ecologica sono un binomio possibile grazie al ruolo delle tecnologie, che hanno fatto ingresso nel settore primario e della trasformazione con una visione innovativa e sostenibile. è quanto è emerso, e reso noto da un comunicato stampa di confagricoltura, nella tavola rotonda stamani a ecomondo “farm to fork 2.0: filiere agroalimentari rigenerative, food security, competitività economica” con i presidenti di confagricoltura, Massimiliano GIANSANTI; di Federalimentare, Ivano VACONDIO, di Federchimica Asso fertilizzanti, Giovanni TOFFOLI; di Federchimica agrofarma, riccardo VANELLI, e la vicepresidente di Federchimica assobiotec, Elena SGARAVATTI. l’Italia, rispetto agli obiettivi della farm to fork, ha fatto molto, tuttavia – come è emerso nella relazione di Denis PANTINI di nomisma, che ha introdotto i temi della tavola rotonda – le recenti proposte normative, quali il regolamento sull’uso sostenibile dei fitofarmaci e la direttiva emissioni, potrebbero penalizzare pesantemente il nostro sistema agroalimentare e di conseguenza mettere a rischio la nostra “food security”. “nel dibattito relativo alla transizione ecologica – ha detto Massimiliano GIANSANTI – il settore primario è spesso sul banco degli accusati, tuttavia gli agricoltori stanno pagando duramente gli effetti della crisi climatica. l’interesse a intraprendere il percorso della sostenibilità è, quindi, vivo e reale, guidato dalla necessità di coniugare la salvaguardia dell’ambiente e della competitività aziendale. purtroppo, nel dibattito in corso si tende ancora a contrapporre la sostenibilità ambientale con quella economica. la sicurezza alimentare, per il momento, è garantita ma non è scontata per sempre, ha bisogno di attenzione, di cure e di rinnovate strategie che la preservino. la strada prefigurata dalla commissione, fatta di divieti, tagli e burocrazia, mette a rischio il potenziale produttivo delle aziende e la sicurezza dei rifornimenti”. “in merito al farm to fork – ha affermato Ivano VACONDIO – da subito ci siamo ripromessi di lottare per affermare il principio per il quale la sostenibilità va sempre vista in tutte le sue componenti (sociale, ambientale ed economica) ed evitare che si trasformi esclusivamente in uno strumento di politica commerciale tendente a compromettere interi settori e mettendo fuori mercato molti prodotti del made in italy alimentare, che rappresenta il fiore all’occhiello del nostro paese. fortunatamente qualche segnale positivo lo stiamo registrando. è il caso dell’etichettatura fronte pacco (fop) – una proposta fortunatamente ancora in gioco. la commissione sembra essersi resa conto della complessità del tema e delle ricadute di una eventuale scelta inadeguata sulla stabilità del mercato unico”. “la sfida della sostenibilità – ha detto Elena SGARAVATTI – corre parallela a quella della produttività e il sistema agroalimentare italiano deve affrontarle entrambe. come conciliarle? certamente una gestione oculata di tutte le risorse e le prospettive della digitalizzazione vanno in questo senso. ma le scienze della vita, le biotecnologie avanzate, continueranno ad avere un ruolo determinante. la possibilità di intervenire con i metodi precisi del genoma editing, per noi tecniche di evoluzione assistita (tea), capaci di valorizzare la straordinaria biodiversità del patrimonio varietale italiano, apre strade che dobbiamo percorrere con determinazione. produrre cibo abbondante e sicuro per tutti e difendere la competitività del “made in italy” su tutti i mercati è quello che dobbiamo porci come obiettivo, disponendo di nuove varietà resistenti alle avversità e adeguate alle nuove condizioni climatiche. questo può avvenire solo se disporremo di un quadro normativo adeguato e di investimenti sull’innovazione orientati a sostenere le eccellenze della nostra ricerca, che consentano di trasferire rapidamente al campo coltivato i successi ottenuti in laboratorio.” “la nostra industria – ha affermato riccardo VANELLI – condivide l’obiettivo di un sistema agroalimentare più sostenibile e ha assunto degli impegni volontari nelle aree dell’innovazione, della formazione e dell’economia circolare che vanno proprio in questa direzione. ma abbiamo bisogno di un contesto normativo che valorizzi l’introduzione di nuove soluzioni e che, al contempo, tuteli la competitività del made in italy, e non di limiti quantitativi fissati senza un’adeguata valutazione d’impatto complessiva”. “grazie anche al nuovo regolamento fertilizzanti – ha commentato Giovanni TOFFOLI – le imprese del settore stanno portando avanti attività di ricerca per prodotti sempre più sostenibili ed efficaci. non possiamo, però, non considerare le criticità che stiamo vivendo in questo periodo storico, tra crisi energetica e conflitto in ucraina. per questo motivo – ha concluso – auspichiamo un sostegno concreto da parte delle istituzioni per garantire la capacità produttiva europea, ribadendo l’importanza della fertilizzazione per la sicurezza alimentare”.
LAVORO AGRICOLO: INPS, DIMINUISCONO AZIENDE (-1,6%)
LAVORATORI DIPENDENTI (-1,5%) E AUTONOMI (-1%)
11383 – Roma (agra press) – “il numero di aziende che occupano operai agricoli dipendenti è passato da 183.057 nel 2020 a 180.167 nel 2021, registrando, come lo scorso anno, un decremento pari a -1,6%; nel quinquennio 2017-2021 il numero di aziende con dipendenti è diminuito complessivamente del -4,2%. a livello regionale, nell’ultimo anno, il maggior decremento in percentuale si registra in Calabria con un -3,6%, mentre tra le regioni in controtendenza si evidenziano la valle d’Aosta (+2,8%) e le marche (+1,7%). il numero di operai agricoli dipendenti passa da 1.049.336 nel 2020 a 1.033.075 nel 2021, con un decremento di circa 16.300 lavoratori, pari a -1,5%. nel 2021 il numero di operai agricoli risulta tornato ad un valore analogo a quello del 2016, prima della crescita del biennio 2017-2018”, informa un comunicato dell’INPS sui dati dell’osservatorio del mondo agricolo. “il sud è l’area geografica che, con il 37,0%, presenta il maggior numero di lavoratori, seguita dal nord-est con il 22,9%, dalle isole con il 16,4%, dal centro con il 12,9% e dal nord-ovest con il 10,8%. le regioni in cui si concentra il maggior numero di lavoratori sono la puglia (16,1%), la Sicilia (14,1%), le Emilia-Romagna (9,2%) e la Calabria (9,0%). la classe d’età più numerosa nel 2021 risulta essere quella ’50-54 anni’, in cui si trova il 12,1% dei lavoratori. nelle classi d’età da 50 anni in poi si concentra più di un terzo (34,5%) dei lavoratori, mentre il 22,1% ha meno di 30 anni. dal 2016 al 2021 la composizione per genere fa registrare un decremento della percentuale di donne sul totale dei lavoratori, dal 34,1% al 31,5%”. il numero di lavoratori agricoli autonomi passa da 441.179 nel 2020 a 436.689 nel 2021, con una diminuzione di circa 4.500 lavoratori, pari al -1,0%; tra le categorie di lavoratori autonomi, l’unica in aumento risulta essere quella degli imprenditori agricoli professionali (iap), che passa da 43.445 a 45.002, con un incremento pari a +3,6%. dal 2016 i coltivatori diretti hanno avuto un continuo andamento decrescente, passando dai 418.614 lavoratori del 2016 ai 391.522 del 2021, facendo registrare una diminuzione complessiva pari a -6,4%. tale categoria continua ad essere, comunque, nettamente prevalente, rappresentando l’89,7% del totale del 2021. i coloni e mezzadri, trattandosi di un gruppo chiuso in ingresso, sono ormai vicini alla scomparsa: risultavano solo 165 nel 2021. gli imprenditori agricoli professionali evidenziano una tendenza in continua crescita, passando dai 35.423 lavoratori del 2016 ai 45.002 del 2021, facendo registrare un incremento pari al +27,0%”, spiega ancora l’INPS. “nel 2021 più della metà dei lavoratori agricoli autonomi (50,4%) si trova nelle regioni del nord. in particolare, il nord-est è l’area geografica che, con il 28,0%, presenta il maggior numero di lavoratori agricoli autonomi, seguita dal nordovest con il 22,4%, dal sud con il 21,3%, dal centro con il 16,6% e dalle isole con il 11,7%. in Piemonte si concentra la maggior parte dei lavoratori agricoli autonomi, con 46.736 unità, pari al 10,7%, seguono il veneto con 45.705 (10,5%), la Lombardia con 41.495 (9,5%) e l’Emilia-Romagna con 41.223 (9,4%). prevalgono i lavoratori maschi (67,0%), con 292.539 lavoratori; nel 2016 la quota di maschi era più bassa (65,6%). la classe d’età modale nel 2021 risulta essere quella ’55-59 anni’, con 62.357 lavoratori, pari al 14,3% del totale. nelle classi d’età da 55 anni in poi si concentra il 48,3% dei lavoratori agricoli autonomi. l’età media dei lavoratori fa registrare un aumento, passando da 53,3 nel 2020 a 53,6 anni nel 2021. il numero di aziende agricole autonome e’ passato da 353.424 dell’anno 2020 a 352.625 del 2021, registrando una lieve diminuzione, pari a -0,2%. nel periodo 2016-2018 il numero di aziende agricole autonome era aumentato di 4.544 unità, con un incremento pari a +1,3%. a livello regionale, nell’ultimo anno, il maggior decremento si registra in Molise (-3,0%), Abruzzo (-2,5%) e Umbria (-1,8%); le regioni in cui si registra il maggior incremento sono Lombardia (+2,6%) e Calabria (+1,8%)”, conclude il comunicato dell’INPS. l’allegato statistico qui https://bit.ly/3WR51fP .
LAVORO AGRICOLO: INPS, DIMINUISCONO AZIENDE (-1,6%)
LAVORATORI DIPENDENTI (-1,5%) E AUTONOMI (-1%)
11383 – Roma (agra press) – “il numero di aziende che occupano operai agricoli dipendenti è passato da 183.057 nel 2020 a 180.167 nel 2021, registrando, come lo scorso anno, un decremento pari a -1,6%; nel quinquennio 2017-2021 il numero di aziende con dipendenti è diminuito complessivamente del -4,2%. a livello regionale, nell’ultimo anno, il maggior decremento in percentuale si registra in Calabria con un -3,6%, mentre tra le regioni in controtendenza si evidenziano la valle d’Aosta (+2,8%) e le marche (+1,7%). il numero di operai agricoli dipendenti passa da 1.049.336 nel 2020 a 1.033.075 nel 2021, con un decremento di circa 16.300 lavoratori, pari a -1,5%. nel 2021 il numero di operai agricoli risulta tornato ad un valore analogo a quello del 2016, prima della crescita del biennio 2017-2018”, informa un comunicato dell’INPS sui dati dell’osservatorio del mondo agricolo. “il sud è l’area geografica che, con il 37,0%, presenta il maggior numero di lavoratori, seguita dal nord-est con il 22,9%, dalle isole con il 16,4%, dal centro con il 12,9% e dal nord-ovest con il 10,8%. le regioni in cui si concentra il maggior numero di lavoratori sono la puglia (16,1%), la Sicilia (14,1%), l’Emilia-Romagna (9,2%) e la Calabria (9,0%). la classe d’età più numerosa nel 2021 risulta essere quella ’50-54 anni’, in cui si trova il 12,1% dei lavoratori. nelle classi d’età da 50 anni in poi si concentra più di un terzo (34,5%) dei lavoratori, mentre il 22,1% ha meno di 30 anni. dal 2016 al 2021 la composizione per genere fa registrare un decremento della percentuale di donne sul totale dei lavoratori, dal 34,1% al 31,5%”. il numero di lavoratori agricoli autonomi passa da 441.179 nel 2020 a 436.689 nel 2021, con una diminuzione di circa 4.500 lavoratori, pari al -1,0%; tra le categorie di lavoratori autonomi, l’unica in aumento risulta essere quella degli imprenditori agricoli professionali (iap), che passa da 43.445 a 45.002, con un incremento pari a +3,6%. dal 2016 i coltivatori diretti hanno avuto un continuo andamento decrescente, passando dai 418.614 lavoratori del 2016 ai 391.522 del 2021, facendo registrare una diminuzione complessiva pari a -6,4%. tale categoria continua ad essere, comunque, nettamente prevalente, rappresentando l’89,7% del totale del 2021. i coloni e mezzadri, trattandosi di un gruppo chiuso in ingresso, sono ormai vicini alla scomparsa: risultavano solo 165 nel 2021. gli imprenditori agricoli professionali evidenziano una tendenza in continua crescita, passando dai 35.423 lavoratori del 2016 ai 45.002 del 2021, facendo registrare un incremento pari al +27,0%”, spiega ancora l’Inps. “nel 2021 più della metà dei lavoratori agricoli autonomi (50,4%) si trova nelle regioni del nord. in particolare, il nord-est è l’area geografica che, con il 28,0%, presenta il maggior numero di lavoratori agricoli autonomi, seguita dal nordovest con il 22,4%, dal sud con il 21,3%, dal centro con il 16,6% e dalle isole con il 11,7%. in Piemonte si concentra la maggior parte dei lavoratori agricoli autonomi, con 46.736 unità, pari al 10,7%, seguono il veneto con 45.705 (10,5%), la Lombardia con 41.495 (9,5%) e l’Emilia-Romagna con 41.223 (9,4%). prevalgono i lavoratori maschi (67,0%), con 292.539 lavoratori; nel 2016 la quota di maschi era più bassa (65,6%). la classe d’età modale nel 2021 risulta essere quella ’55-59 anni’, con 62.357 lavoratori, pari al 14,3% del totale. nelle classi d’età da 55 anni in poi si concentra il 48,3% dei lavoratori agricoli autonomi. l’età media dei lavoratori fa registrare un aumento, passando da 53,3 nel 2020 a 53,6 anni nel 2021. il numero di aziende agricole autonome è passato da 353.424 dell’anno 2020 a 352.625 del 2021, registrando una lieve diminuzione, pari a -0,2%. nel periodo 2016-2018 il numero di aziende agricole autonome era aumentato di 4.544 unità, con un incremento pari a +1,3%. a livello regionale, nell’ultimo anno, il maggior decremento si registra in Molise (-3,0%), Abruzzo (-2,5%) e Umbria (-1,8%); le regioni in cui si registra il maggior incremento sono Lombardia (+2,6%) e Calabria (+1,8%)”, conclude il comunicato dell’Inps. l’allegato statistico qui https://bit.ly/3WR51fP
ECONOMIA SOSTENIBILE: NUOVI OBBLIGHI UE
DI TRASPARENZA PER LE MULTINAZIONALI
11393 – Bruxelles (agra press) – l’europarlamento ha approvatoin via definitiva la direttiva sulla comunicazione societaria sulla sostenibilità (csrd, corporate sustainability reporting directive). le nuove norme intendono rendere le imprese più responsabili nei confronti dei cittadini, obbligandole a rendere pubblici regolarmente i dati relativi al loro impatto sociale e sull’ambiente, sul pianeta e sui rischi di sostenibilità a cui sono esposte. ciò dovrebbe ridurre il greenwashing, rafforzare l’economia sociale del mercato UE e gettare le basi per standard di trasparenza sulla sostenibilità a livello mondiale.
FAUNA SELVATICA: LOLLOBRIGIDA HA INCONTRATO LAPORTA
(ISPRA) PER COLLABORAZIONE SU GRANDI CARNIVORI
11366 – Roma (agra press) – “questa mattina ho incontrato il prefetto Stefano LAPORTA, presidente di Ispra (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), per approfondire la possibilità di una collaborazione tra il ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. l’obiettivo è quello di risolvere le criticità che riguardano gli ungulati e i grandi carnivori nell’ottica di una relazione corretta tra la presenza dell’uomo, quella della fauna selvatica e la sostenibilità ambientale. su questo ho avuto modo di confrontarmi anche con il sottosegretario all’ambiente claudio BARBARO, per promuovere un’azione comune in linea con le esigenze dei cittadini. l’eccessiva presenza di determinati animali su alcuni territori crea squilibri causando rischi per la salute pubblica e per alcuni settori produttivi strategici, oltre a vanificare un’azione di protezione di altre specie. il confronto è stato puntuale e proficuo. nei prossimi giorni si svolgeranno tavoli tecnici per portare avanti il lavoro già iniziato nel passato ma, soprattutto, per riuscire a trovare rapidamente le risposte in termini normativi. abbiamo la necessità e il dovere di affrontare problemi inevasi da tempo e che gravano sul bilancio dello stato per milioni di euro. ho informato i presidenti delle province autonome di Trento e Bolzano, che mi avevano rappresentato le criticità emergenti sui loro territori rispetto alla presenza dei grandi carnivori, delle azioni che abbiamo intrapreso in continuità con loro e le istituzioni scientifiche del settore. da queste ultime intendiamo trarre tutte le indicazioni tecniche in linea con le disposizioni italiane ed europee. il governo sarà pronto a dare seguito alle iniziative che gli saranno indicate dal parlamento”, ha dichiarato in un comunicato il ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, francesco LOLLOBRIGIDA.
FAUNA SELVATICA: OIPA, SU GRANDI CARNIVORI LOLLOBRIGIDA
SENTA ASSOCIAZIONI PER BIODIVERSITA’
11392 – Roma (agra press) – “chiediamo al ministro LOLLOBRIGIDA di attuare una politica di ascolto che non escluda nessuno, neppure la voce degli animali, selvatici e domestici. abbiamo appreso nei giorni scorsi che il ministro non esclude un nuovo corso dove sia dato il via libera ad abbattimenti dei grandi carnivori, orsi e lupi, basandosi su numeri surrettizi, forse spinto da portatori d’interessi diversi da quelli degli animali, come cacciatori e allevatori. il parere dell’Ispra è importante ma altrettanto importante è quello delle associazioni che lavorano ogni giorno, spesso in piena solitudine, per difendere la biodiversità”, ha dichiarato il presidente dell’Oipa (organizzazione internazionale protezione animali), massimo COMPAROTTO, dopo l’incontro sul tema della fauna selvatica tra il ministro LOLLOBRIGIDA ed il presidente di Ispra Stefano LAPORTA.
RISORSE IDRICHE: ANBI, ITALIA ESPOSTA AI GRANDI
RISCHI DA ARIDITA’ DEL NORD AD ALLUVIONI AL SUD
11358 – Roma (agra press) – un comunicato stampa di anbi rende noto che: “‘in assenza di infrastrutture calmieratrici, come i serbatoi previsti dal piano laghetti ed i bacini di espansione indicati nel piano invasi, siamo destinati a ricorrenti emergenze idriche per troppa od insufficiente acqua’: a sottolineare l’evidenza di un preoccupante futuro per un paese in grave ritardo rispetto alla crisi climatica, è francesco VINCENZI, presidente dell’associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue, davanti all’immagine del ‘puzzle idrologico’, che emerge dall’analisi delle tendenze evidenziate dal report settimanale dell’osservatorio anbi sulle risorse idriche. gli esempi opposti arrivano dalla Campania e dal veneto. nella regione meridionale si è sfiorata un’altra ‘tragedia annunciata’ sulle province di Avellino e Salerno, dove rispettivamente il 23,3% ed il 22,1% del territorio è ad elevato rischio idrogeologico con 130.000 abitanti in pericolo di allagamento ed oltre 170.000 minacciati da frane (in Campania, oltre 1.118 chilometri quadrati, cioè l’8,2% del territorio, sono ad elevato rischio idrogeologico con poco meno di 410.000 persone insediate in zone altamente alluvionabili ed oltre 287.000, che vivono in aree soggette a franamenti): su Montella, nell’avellinese, in poco più di 30 ore si sono rovesciati oltre 230 millimetri di pioggia, ricoprendola di fango ma, nel solo 4 novembre, mm. 100 sono caduti su Ercolano e, nel salernitano, mm. 145,8 su Baronissi, mm. 133,2 su Pizzolano, mm. 132,8 su Giffoni valle piana; numerose sono state le esondazioni con il fiume Ofanto, che è cresciuto di quasi 3 metri in sole 8 ore! ‘e’ evidente che ovunque, se alla fragilità anche infrastrutturale del territorio, si somma un’urbanizzazione spesso incontrollata – prosegue il presidente di anbi – il rischio idrogeologico si moltiplica. per questo ribadiamo la richiesta di porre l’approvazione della legge contro l’eccessivo consumo di suolo tra le priorità del governo.’ la perturbazione dei giorni scorsi si è poi estesa alla provincia di foggia, dove su Torremaggiore, Chieuti, Serracapriola, san paolo Civitate sono caduti oltre 100 millimetri di pioggia in poche ore, mentre perturbazioni minori si sono registrate sul versante adriatico del basso Salento e sulla costa ionica fino ad arrivare alle poche gocce di pioggia, che hanno bagnato il territorio barese. ‘di fronte all’estremizzazione degli eventi atmosferici emerge chiaramente un dato: laddove esistono bacini di accumulo idrico non solo si riduce il rischio di gravi conseguenze per il territorio, ma si migliora la condizione delle riserve d’acqua; l’esempio arriva dalla provincia dauna, dove gli invasi della capitanata, localizzati proprio nei distretti maggiormente interessati dalla perturbazione, segnano +3,6 milioni di metri cubi nel totale dei volumi invasati, vale a dire un patrimonio d’acqua a disposizione dell’agricoltura e del territorio’, sottolinea massimo GARGANO, direttore generale di anbi. la situazione idrologica è diametralmente opposta al nord, dove i grandi laghi sono ancora in forte deficit (ad eccezione del Lario, che ora è sopra la media storica): il maggiore è circa 70 centimetri sotto il livello medio del periodo, così come il sebino che, pur crescendo, resta sotto media di oltre 25 centimetri. la situazione più preoccupante è quella del lago di Garda, la ‘cassaforte’ idrica dell’Italia centro-orientale nei mesi di siccità e che con un riempimento pari al 28,6% è largamente sotto media, puntando verso il minimo storico. a sommarsi alla grave crisi del più grande lago italiano c’è la mancanza quasi totale di piogge ottobrine sul veneto: -86% con aree, che superano -90% fino a toccare -96% nel bacino fissero-tartaro-canal bianco; ciò si ripercuote ovviamente sia sui corpi idrici superficiali (il livello del fiume Livenza, che ha esaurita una delle due sorgenti, è ancora m. 1,80 più basso rispetto all’anno scorso, mentre Adige, brenta e Bacchiglione hanno portate largamente inferiori alle medie storiche: rispettivamente -41%, -66%, -85%) sia sulle falde, che in molti casi sono di oltre mezzo metro inferiori ai livelli minimi degli scorsi venti anni. sulle dolomiti bellunesi si è arrivati a registrare oltre 4 gradi di temperatura in più rispetto alla media del periodo (fonte: Arpav). non va certo meglio in toscana dove, in un ottobre fra i più secchi della storia, il deficit pluviometrico regionale medio ha raggiunto il 93,7% con 112,8 millimetri in meno, combinandosi con temperature medie, che hanno superato ogni record! salvo locali piogge ristoratrici, i livelli di falda hanno segnato il livello più basso mai raggiunto, così come il lago di Massaciuccoli (-52,2 centimetri sullo zero idrometrico, quando il livello minimo registrato nello scorso ventennio è stato di cm. -29) o il fiume Serchio, che supera appena il deflusso minimo vitale e l’ Arno, che rimane ancora sotto media con una portata di soli 7,68 metri cubi al secondo. permane la grave crisi del fiume po’ (citata anche in sede di cop 27), che a Torino segna una portata inferiore ai 16 metri cubi al secondo contro una media pari a circa mc/s 95! in Piemonte solo pochi fiumi registrano un incremento di portata dopo un ottobre “boccheggiante”: tra questi, la stura di demonte e la sesia, che rimangono però rispettivamente a -64,71% e -83,46% sulla media storica! il perché’ di tale crisi idrica risulta evidente, leggendo i dati delle precipitazioni: se a livello regionale, nel mese scorso è mancato all’appello il 36,1% di pioggia, nei singoli bacini si sono toccate punte di -85,7% per la Bormida o -80,2% per Scrivia Curone; segno + solo sui bacini di dora Baltea, Toce e Ticino. in valle d’Aosta, dove la scorsa settimana sono caduti mediamente circa 17 millimetri di pioggia, la portata della dora Baltea è in discesa, mentre cresce quella del torrente lys. in Lombardia scende la portata del fiume adda ma, grazie al contributo delle piogge cadute nelle scorse settimane, il gravissimo deficit nelle riserve idriche si è ridotto dal 44,2% al 29,7%. è piovuto anche in Friuli Venezia giulia con apporti importanti sulla provincia di Udine (oltre 85 millimetri a Cividale del Friuli, mm. 82,8 a Bicinicco, mm. 72,8 a Gemona del Friuli). in Liguria, anch’essa colpita dalla carenza di pioggia ottobrina, le precipitazioni dei giorni scorsi (superiori ai 100 millimetri solo sulla val trebbia) non hanno influito significativamente sull’innalzamento dei corpi idrici, che continuano a versare in condizioni critiche con livelli al di sotto dei valori minimi mai registrati; a risentirne sono anche i livelli di falda, che in questa regione dipendono strettamente da quelli delle acque di superficie e che presentano livelli di soggiacenza pari o prossimi ai minimi storici. il versante padano della regione è l’unica zona ad aver registrato un innalzamento significativo nel livello dei corsi d’acqua (fonte: omirl). in Emilia-Romagna, dove da inizio ottobre sono finora mediamente caduti solo 24 millimetri di pioggia e dove le uniche zone ad aver beneficiato di precipitazioni consistenti sono i bacini montani dal parma al trebbia (mm.65 ca. dal 1° ottobre e di cui mm.37 a novembre), gli invasi piacentini trattengono solamente 230.000 metri cubi d’acqua e le portate dei fiumi appenninici, pur in leggerissima crescita, registrano scarti negativi sulla media mensile che vanno dal 93% della secchia all’89% del savio, al 75% dell’Enza fino al 92% del taro. in Umbria non migliorano le critiche condizioni del lago Trasimeno (m. -1,54, quando la soglia minima è indicata a m. -1.20) e l’invaso di Maroggia trattiene soltanto 690.000 metri cubi d’acqua. nelle marche i fiumi tornano sui livelli minimi degli anni più recenti. nel lazio calano ulteriormente i livelli del lago di Nemi, così come quelli del fiume Liri, mentre crescono il Tevere e finalmente l’Aniene, le cui portate però mantengono un impressionante gap con le medie storiche. in Basilicata, le consistenti precipitazioni soprattutto nelle zone confinanti con la puglia (mm. 73,7 a Melfi, mm. 54 a Ripacandida) non hanno beneficato gli invasi regionali, che in una settimana segnano un ulteriore decremento di circa 7 milioni di metri cubi. infine, situazione diversificata in Sardegna: se nel sud la condizione idrica degli invasi è confortante, è altresì definita di allerta per i bacini settentrionali (addirittura d’emergenza per il serbatoio maccheronis), che trattengono volumi d’acqua superiori all’anno scorso, ma inferiori alla media dei recenti 12 anni
MALATTIA EMORRAGICA CERVI: CONFAGRICOLTURA SARDEGNA
TAVOLO TECNICO CORDONE SANITARIO E CONTROLLI
11353 – Cagliari (agra press) – “in poche settimane siamo riusciti a collezionare tutte le peggiori emergenze di sanità animale dell’UE: dal sierotipo 3 della blue tongue nel comparto ovino, su cui non esistono vaccini, al primo caso di malattia emorragica del cervo in Europa, che porta anche al decesso dei bovini e in cui le pecore sono portatori del virus, passando per l’aviaria sbarcata nella colonia delle diverse specie di uccelli del parco cittadino di monte urpinu a Cagliari. un livello di allarme rosso che vede la Sardegna sotto la lente di ingrandimento della sanità animale internazionale e che dovrebbe portare la regione a convocare subito un tavolo tecnico con le organizzazioni di categoria agricola, le asl territoriali, l’istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna, le università dell’isola e i numerosi centri di ricerca del resto del paese. un gabinetto di crisi regionale, insomma, che operi a stretto contatto con il ministero della salute”, ha detto il presidente di confagricoltura Sardegna, paolo MELE, per il quale “è fondamentale istituire un cordone sanitario intorno alla zona infetta con controlli a tappeto sulle aziende dell’area. al contempo sarebbe importante raccogliere più dati possibile dal selvatico con una serie di attività di sorveglianza passiva alla ricerca di carcasse da analizzare in laboratorio, da eseguire con il personale del corpo forestale di vigilanza ambientale e dell’agenzia forestas, nei macro-areali in cui si trovano cervi e daini, anche loro passibili di contagio. un controllo serrato quindi tra ungulati e animali d’allevamento indispensabile per avere un quadro reale della situazione”, ha concluso MELE
VINO: RIGOTTI (ALLEANZA COOPERATIVE), SITUAZIONE
MERCATO RESTA POSITIVA NONOSTANTE DIFFICOLTA’
11365 – Roma (agra press) – “la situazione di mercato per il settore vino, nonostante le difficoltà legate ai rincari, resta ancora positiva, sebbene ci attendiamo nel prossimo futuro una minore dinamicità e maggiori incertezze legate all’attuale quadro geopolitico ed economico. occorre tuttavia attendere la chiusura della campagna vendemmiale e ragionare su dati consolidati, evitando di intraprendere in maniera affrettata strade e misure che rischierebbero di non essere risolutive, anzi controproducenti”, ha affermato luca RIGOTTI, coordinatore del settore vino di alleanza cooperative “all’esito di una riunione del coordinamento, durante la quale sono stati evidenziati alcuni dati di scenario: la produzione di vino a livello comunitario risulta al di sotto dei valori medi degli ultimi 5 anni e gli stock iniziali sono inferiori di 1 punto percentuale rispetto allo scorso anno. non solo. i numeri del commercio estero, relativi al periodo gennaio-luglio 2022, rappresentano una situazione sostanzialmente stabile in termini di quantità vendute su base annua, ma con un incremento a doppia cifra rispetto al valore (+13% rispetto allo stesso periodo dell’anno)”, precisa un comunicato dell’alleanza. ciò non toglie che, ha detto RIGOTTI, “ci siano forti preoccupazioni per la congiuntura internazionale che costringe le imprese vitivinicole a confrontarsi sul mercato partendo da una situazione di notevole aggravio per via dell’aumento dei costi di tutti i fattori produttivi. l’incremento registrato in termini di valore non consente infatti neanche di coprire i maggiori costi di produzione ed è qui che occorre lavorare per fare in modo che i produttori, che finora hanno sostenuto e assorbito gli aumenti, non soccombano sotto la pressione dei rincari”. “il settore vitivinicolo si è dimostrato dinamico e capace di recuperare la crisi e mantenere i livelli di occupazione anche durante il periodo più buio della pandemia”, ha ricordato RIGOTTI, che ha proseguito: “ora, per il futuro e la vitalità del settore, risulta sempre più determinante l’impatto dei costi dell’energia, della logistica e dei materiali divenuti ormai insostenibili e che vanno al più presto normalizzati attraverso l’urgente adozione di misure efficaci. oltre ad incidere sulla remunerazione dei soci, l’aumento dei costi mette infatti a rischio in molti casi la sostenibilità economica stessa delle imprese vitivinicole. una volta gestita l’emergenza, sarà poi necessario ragionare su processi di innovazione e ri-organizzazione del settore, in grado di ridurre i costi di esercizio e creare valore”. il coordinatore RIGOTTI al termine del suo intervento ha ricordato “le ulteriori preoccupazioni che giungono da alcune politiche europee che rischiano di danneggiare il settore: dall’approccio ideologico sul tema vino e salute, all’individuazione di obiettivi irrealizzabili in termini di riduzione degli agrofarmaci e senza aprire a strumenti innovativi e alternativi”. “sono questi i temi su cui dovremmo concentrarci come settore, con unità di intenti e un approccio metodico e scientifico”, ha concluso RIGOTTI.
POMODORO: CONFAGRICOLTURA MANTOVA, DOPO UN 2022
POSITIVO L’INCOGNITA VERA È IL FUTURO
11396 – Mantova (agra press) – chiusa positivamente la campagna 2022, per il pomodoro da industria la vera incognita è rappresentata dal futuro, lancia l’allarme confagricoltura Mantova con un comunicato. a spaventare i produttori sono i costi produttivi, che quest’anno si stima siano stati mediamente pari a 3.500 euro in più all’ettaro, superando abbondantemente i 7.500 euro inizialmente previsti, e in alcuni casi addirittura gli 11.000 euro, spiega l’organizzazione agricola. “avere a che fare con questi costi significa, se non si raggiungono certe rese, pagare per lavorare”, spiega Corrado FERRARI, presidente della sezione pomodoro di confagricoltura Lombardia. “molti produttori, in assenza di accordi chiari e condizioni adeguate, potrebbero scegliere la via meno rischiosa dei cereali”, aggiunge FERRARI, per il quale “per il 2023 la strada non può che essere quella di un accordo rapido, di prospettiva, da chiudere evitando i ritardi e i balletti sui prezzi visti negli ultimi mesi”.
“L’INFORMATORE AGRARIO”: PAC, SOSTEGNI A IMPRENDITORIA
GIOVANILE E FEMMINILE E AIUTI AI RISICOLTORI
11381 – Verona (agra press) – si apre con l’articolo di opinione di Corrado GIACOMINI dal titolo “la pac: coltivare meglio per ridurre i gas serra, meta ancora possibile?” il numero di questa settimana de “l’informatore agrario”. in attualità si parla delle nuove regole del regime di aiuto Ismea “più impresa”, dedicato all’imprenditoria giovanile e alle donne; del piano corilicolo 2022-2025 dopo la pubblicazione in gazzetta ufficiale del decreto mipaaf di adozione del 2 novembre; degli aiuti ai risicoltori per le emergenze del 2022; dell’export agroalimentare, che non si ferma nonostante la guerra tra Russia e ucraina. seguono l’articolo “gli aiuti anticrisi non sono uguali per tutti” a firma di angelo DI MAMBRO e l’articolo “clima e fitopatie compromettono l’annata delle patate”. due sono gli speciali di questo numero: “sicurezza e in agricoltura” e “mais domani”.
EIMA: A GARDEN EMOTION TUTTO
PER IL GIARDINAGGIO SMART
11361 – bologna (agra press) – alla 45ma edizione del salone mondiale della meccanica agricola di bologna esordisce garden emotion, l’area dimostrativa che mostra in azione i mezzi più innovativi per la cura e la manutenzione di giardini, prati, grandi parchi urbani. le nuove macchine sono pensate per essere indistruttibili, capaci di operare su qualsiasi terreno e qualsiasi pendenza e pensati per ogni tipo di lavorazione. tra questi, mezzi a trazione quattro per quattro, trattorini, macchine elettriche con prestazioni da altissima tecnologia e numerosi accessori. insomma, tutto per un giardinaggio smart, frutto dell’investimento delle imprese del settore in ricerca e sviluppo. a garden emotion – un’area verde di circa 2 mila metri quadrati ricavata tra i padiglioni 34 e 45 – è possibile assistere, fino a domenica 13 novembre, a dimostrazioni sull’uso di mezzi concepiti per essere all’avanguardia ma anche di facile uso ed estremamente maneggevoli. tra le proposte, anche mezzi dotati di GPS con guida semiautonoma, per lo sfalcio di aree caratterizzate da massima pendenza come argini di fiume o scarpate.
EIMA, NUOVE STALLE AUTOMATIZZATE
PER IL BENESSERE ANIMALE
11401 – bologna (agra press) – il crea, nell’ambito della 45esima edizione a bologna di Eima, ha organizzato un focus sulle nuove tecnologie per stalle all’avanguardia, dove il benessere degli animali, condizione sempre più richiesta dal consumatore finale, va di pari passo con la riduzione dei costi di produzione, informa un comunicato di federunacoma. si tratta di sistemi per il razionamento dell’alimentazione dei bovini da latte e da carne che diminuiscono l’errore umano nella somministrazione degli alimenti, in modo da garantire sempre agli animali i principi nutritivi di cui hanno bisogno garantendo un migliore benessere degli animali. questi sistemi permettono anche all’allevatore di ridurre gli sprechi, i carichi di lavoro, i consumi di gasolio, con benefici per la sostenibilità dell’attività produttiva.